domenica 28 dicembre 2008

La Vigilia si mangia di magro, digiuno e astinenza dalle carni!

1. Zuppa igienica
Direttamente dalla madia della nonna: due cespi di scarola e 350 grammi di cannellini, più la loro acqua (ebbene sì, noi abbiamo usato quelli in scatola e ci spargiamo il capo di cenere). Poco altro.

Far lessare la scarola lavata e tagliata in poca acqua (appena sufficiente a ricoprirla) per qualche minuto quindi aggiungere i fagioli. Salare e lasciare andare le due cose insieme finché non è tutto ben cotto, quindi portare in tavola. Condire con un filo d'olio e pepe nero o bianco.

... ebbene sì, è tutto qui, non è meraviglioso? Il sapore è incredibile considerando la semplicità della cosa!
I più viziosi (infedeli) possono aggiungere un soffritto d'aglio e qualche pezzetto di maiale fritto. Ma finiranno all'inferno.

2. Flan morbidi di broccoletti
Questa, invece, è una mia creazione estemporanea:
1/2 kg di broccoli
250 gr di besciamella
2 uova
parmigiano
noce moscata
sale
Lessare i broccoli (con tutto il gambo, Massimo!!), nel frattempo preparare un po' di besciamella1 e sbattere il bianco delle uova con un pizzichino di sale. Appena pronti, scolate i broccoli e metteteli nel frullatore con la besciamella, 3 o 4 cucchiaiate di parmigiano, i tuorli d'uovo, sale e noce moscata. Frullate fino ad ottenere una crema densa, che aggiungerete ai bianchi montati.
Aggiustate di sale e suddividete in stampini monoporzione, ben unti di burro ai lati e con un ciuffetto di broccolo (o una rondella di carota o un pezzetto di formaggio) in cima: se proprio avete tempo da perdere ritagliate dei dischetti di carta da forno delle dimensioni del fondo degli stampini e accomodateceli: il risultato è assicurato, ma anche la perdita di tempo.
In forno caldo (200°) fate cuocere finché sono leggermente gonfi e dorati, servite caldissimi!

1. tanto lo so che vi è avanzata dai cenoni vari! Se invece siete stati risparmiosi dovrebbero bastare 30-40 gr di farina, altrettanti di burro e un quarto di litro di latte more or less. Se risultasse densa aggiungete il latte direttamente nel frullatore

domenica 21 dicembre 2008

Allarmismi

Per chiarire una notizia allarmante data pochi giorni fa:
Il De Mauro, il dizionario, è sempre online anche se non al solito posto. Ora sta qui e al vecchio indirizzo sta il dizionario dei sinonimi e dei contrari.
Tanto rumore per quasi nulla.

martedì 16 dicembre 2008

tre facce

Oggi ho visto 3 cose strane:

1. un ragazzo con gli occhi da bambino che faceva finta di essere un Uomo
2. una bambina-donna-bambina piangere
3. un sorriso sornione

1. Questo ragazzo guardava sfottendo un ragazzo più basso e più vecchio che lo accusava di aver staccato i suoi volantini, "sono metodi fascisti" gli diceva. E io ero perfettamente ragione, soprattutto perché il bambino, inconsapevole di comportarsi da verme e pensando di comportarsi da uomo, pensa anche di essere di sinistra, estremamente di sinistra. Ho fatto male a non fermarmi? a non prendere le difese di chi so avere (almeno in parte, almeno in quell'attimo breve) ragione?

2. A volte succede che il nord, il sud perdano il loro posto, che gli affetti carambolino d'improvviso e la stima si rompa: come azzannare un fiorellino di sfoglia che si sfalda, si perde, si scioglie in bocca. Questo sapeva d'amaro. Come devo comportarmi? Accusare chi sappiamo colpevole? comprendere la sua debolezza e (imperdonabile) leggerezza? In fondo nessuno è innocente nelle relazioni d'amore. In fondo.

3. il sorriso di uno che vorrebbe piacere a tutti e che non piace a nessuno perché fa un lavoro brutto e lo fa male. Forse non può davvero fare altrimenti per sopravvivere senza combattere troppo: può essere dura fare ciò che non ti piace, un lavoro burocratico e non semplice, legato a contratti e concorsi angosciosi e sempre nuovo; può servire appoggiare e servire, può essere utile essere utile e offrire le proprie mani cieche e la propria faccia. Tanto è vuota, e triste.




Poi ho visto occhi che specchiavano i miei, felici ma tristi (forse anche per la mia assenza e fuggevolezza? Ho visto il sole specchiato nell'acqua del greto, che di questi tempi invernali si mostra poco, il prezioso.
e tanti altri occhi e mani affettuose e respiri e voci.

domenica 7 dicembre 2008

Sformato natalizio ovvero Farfalle di Gnocchi alla Trevisana

Dopo questo titolo roboante chissà che sontuosità vi aspettate... e invece eccola qui, semplice semplice:

Per quattro-cinque persone. Tempo di preparazione: un'oretta abbondante

Gnocchi o gnocchetti (chicche) 500 gr
Un cespo e mezzo di trevisana (la restante mangiatela cruda, che fa bene!!)
150 gr di ricotta

parmigiano
aglio
burro
sale

Mettete a bollire l'acqua per gli gnocchi, accendete il forno e nel frattempo lavate la trevisana lasciando da pa
rte le foglie più grandi e belle: due foglie a testa più una foglia lunga e sottile per teglia.
Tagliate la trevisana a listarelle non troppo sottili, mettetele in una larga padella (meglio il wok)

con uno spicchietto d'aglio e un po' d'olio (per i viziosi va bene anche il burro); salatele e appena sono appassite spegnete (togliete il burro), aggiungete la ricotta, un pochino di burro e due manate di parmigiano tagliato a quadratini.
Scolate gli gnocchi appena vengono a galla e mescolateli al condimento. Nella/le teglia/le mettete un foglio di carta da cucina e le foglie larghe della trevisana ad ali di farfalla (tre per lato, sei per teglia): con delicatezza adagiateci gli gnocchi a riempire, cospargete abbondantemente di parmigiano e aggiungete la foglia sottile che fa da corpo.
Far grillare gioiosamente finchè compare la simpatica crosticina dorata, servire caldi.


E se non ci vedete una farfalla siete poveri di fantasia.

...ma non preoccupatevi, dopo natale le ricette saranno corredate di foto! olè!

mercoledì 19 novembre 2008

Off Topic

Con colpevole ritardo e ancor più colpevole disinteresse per le correnti questioni politiche pubblico il Manifesto degli scienziati antirazzisti 2008, firmato questa estate (nel parco di San Rossore, a quel che ho capito) in occasione dei 70 anni dalla promulgazione delle leggi razziali.

I. Le razze umane non esistono. L’esistenza delle razze umane è un’astrazione derivante da una cattiva interpretazione di piccole differenze fisiche fra persone, percepite dai nostri sensi, erroneamente associate a differenze “psicologiche” e interpretate sulla base di pregiudizi secolari. Queste astratte suddivisioni, basate sull’idea che gli umani formino gruppi biologicamente ed ereditariamente ben distinti, sono pure invenzioni da sempre utilizzate per classificare arbitrariamente uomini e donne in “migliori” e “peggiori” e quindi discriminare questi ultimi (sempre i più deboli), dopo averli additati come la chiave di tutti i mali nei momenti di crisi.

II. L’umanità, non é fatta di grandi e piccole razze. È invece, prima di tutto, una rete di persone collegate. È vero che gli esseri umani si aggregano in gruppi d’individui, comunità locali, etnie, nazioni, civiltà; ma questo non avviene in quanto hanno gli stessi geni ma perché condividono storie di vita, ideali e religioni, costumi e comportamenti, arti e stili di vita, ovvero culture. Le aggregazioni non sono mai rese stabili da DNA identici; al contrario, sono soggette a profondi mutamenti storici: si formano, si trasformano, si mescolano, si frammentano e dissolvono con una rapidità incompatibile con i tempi richiesti da processi di selezione genetica.


III. Nella specie umana il concetto di razza non ha significato biologico. L’analisi dei DNA umani ha dimostrato che la variabilità genetica nelle nostra specie, oltre che minore di quella dei nostri “cugini” scimpanzé, gorilla e orangutan, è rappresentata soprattutto da differenze fra persone della stessa popolazione, mentre le differenze fra popolazioni e fra continenti diversi sono piccole. I geni di due individui della stessa popolazione sono in media solo leggermente più simili fra loro di quelli di persone che vivono in continenti diversi. Proprio a causa di queste differenze ridotte fra popolazioni, neanche gli scienziati razzisti sono mai riusciti a definire di quante razze sia costituita la nostra specie, e hanno prodotto stime oscillanti fra le due e le duecento razze.


IV. È ormai più che assodato il carattere falso, costruito e pernicioso del mito nazista della identificazione con la “razza ariana, coincidente con l’immagine di un popolo bellicoso, vincitore, “puro” e “nobile”, con buona parte dell’Europa, dell’India e dell’Asia centrale come patria, e una lingua in teoria alla base delle lingue indo-europee. Sotto il profilo storico risulta estremamente difficile identificare gli Arii o Ariani come un popolo, e la nozione di famiglia linguistica indo-europea deriva da una classificazione convenzionale. I dati archeologici moderni indicano, al contrario, che l’Europa è stata popolata nel Paleolitico da una popolazione di origine africana da cui tutti discendiamo, a cui nel Neolitico si sono sovrapposti altri immigranti provenienti dal Vicino Oriente. L’origine degli Italiani attuali risale agli stessi immigrati africani e mediorientali che costituiscono tuttora il tessuto perennemente vivo dell’Europa. Nonostante la drammatica originalità del razzismo fascista, si deve all’alleato nazista l’identificazione anche degli italiani con gli “ariani”.


V. È una leggenda che i sessanta milioni di italiani di oggi discendano da famiglie che abitano l’Italia da almeno un millennio. Gli stessi Romani hanno costruito il loro impero inglobando persone di diverse provenienze e dando loro lo status di cives romani. I fenomeni di meticciamento culturale e sociale, che hanno caratterizzato l’intera storia della penisola, e a cui hanno partecipato non solo le popolazioni locali, ma anche greci, fenici, ebrei, africani, ispanici, oltre ai cosiddetti ”barbari”, hanno prodotto l’ibrido che chiamiamo cultura italiana. Per secoli gli italiani, anche se dispersi nel mondo e divisi in Italia in piccoli Stati, hanno continuato a identificarsi e ad essere identificati con questa cultura complessa e variegata, umanistica e scientifica.


VI. Non esiste una razza italiana ma esiste un popolo italiano. L’Italia come Nazione si é unificata solo nel 1860 e ancora adesso diversi milioni di italiani, in passato emigrati e spesso concentrati in città e quartieri stranieri, si dicono e sono tali. Una delle nostre maggiori ricchezze, é quella di avere mescolato tanti popoli e avere scambiato con loro culture proprio “incrociandoci” fisicamente e culturalmente. Attribuire ad una inesistente “purezza del sangue” la “nobiltà” della “Nazione” significa ridurre alla omogeneità di una supposta componente biologica e agli abitanti dell’attuale territorio italiano, un patrimonio millenario ed esteso di culture.


VII. Il razzismo é contemporaneamente omicida e suicida. Gli Imperi sono diventati tali grazie alla convivenza di popoli e culture diverse, ma sono improvvisamente collassati quando si sono frammentati. Così é avvenuto e avviene nelle Nazioni con le guerre civili e quando, per arginare crisi le minoranze sono state prese come capri espiatori. Il razzismo é suicida perché non colpisce solo gli appartenenti a popoli diversi ma gli stessi che lo praticano. La tendenza all’odio indiscriminato che lo alimenta, si estende per contagio ideale ad ogni alterità esterna o estranea rispetto ad una definizione sempre più ristretta della “normalità”. Colpisce quelli che stanno “fuori dalle righe”, i “folli”, i “poveri di spirito”, i gay e le lesbiche, i poeti, gli artisti, gli scrittori alternativi, tutti coloro che non sono omologabili a tipologie umane standard e che in realtà permettono all’umanità di cambiare continuamente e quindi di vivere. Qualsiasi sistema vivente resta tale, infatti, solo se é capace di cambiarsi e noi esseri umani cambiamo sempre meno con i geni e sempre più con le invenzioni dei nostri “benevolmente disordinati” cervelli.


VIII. Il razzismo discrimina, nega i collegamenti, intravede minacce nei pensieri e nei comportamenti diversi. Per i difensori della razza italiana l’Africa appare come una paurosa minaccia e il Mediterraneo è il mare che nello stesso tempo separa e unisce. Per questo i razzisti sostengono che non esiste una “comune razza mediterranea”. Per spingere più indietro l’Africa gli scienziati razzisti erigono una barriera contro “semiti” e “camiti”, con cui più facilmente si può entrare in contatto. La scienza ha chiarito che non esiste una chiara distinzione genetica fra i Mediterranei d’Europa (Occidentali) da una parte gli Orientali e gli Africani dall’altra. Sono state assolutamente dimostrate, dal punto di vista paleontologico e da quello genetico, le teorie che sostengono l’origine africana dei popoli della terra e li comprendono tutti in un’unica razza.


IX. Gli ebrei italiani sono contemporaneamente ebrei ed italiani. Gli ebrei, come tutti i popoli migranti ( nessuno é migrante per libera scelta ma molti lo sono per necessità) sono sparsi per il Mondo ed hanno fatto parte di diverse culture pur mantenendo contemporaneamente una loro identità di popolo e di religione. Così é successo ad esempio con gli armeni, con gli stessi italiani emigranti e così sta succedendo con i migranti di ora: africani, filippini, cinesi, arabi dei diversi Paesi , popoli appartenenti all’Est europeo o al Sud America ecc. Tutti questi popoli hanno avuto la dolorosa necessità di dover migrare ma anche la fortuna, nei casi migliori, di arricchirsi unendo la loro cultura a quella degli ospitanti, arricchendo anche loro, senza annullare, quando é stato possibile, né l’una né l’altra.


X. L’ideologia razzista é basata sul timore della “alterazione” della propria razza eppure essere “bastardi” fa bene. È quindi del tutto cieca rispetto al fatto che molte società riconoscono che sposarsi fuori, perfino con i propri nemici, è bene, perché sanno che le alleanze sono molto più preziose delle barriere. Del resto negli umani i caratteri fisici alterano più per effetto delle condizioni di vita che per selezione e i caratteri psicologici degli individui e dei popoli non stanno scritti nei loro geni. Il “meticciamento” culturale é la base fondante della speranza di progresso che deriva dalla costituzione della Unione Europea. Un’Italia razzista che si frammentasse in “etnie” separate come la ex-Jugoslavia sarebbe devastata e devastante ora e per il futuro. Le conseguenze del razzismo sono infatti epocali: significano perdita di cultura e di plasticità, omicidio e suicidio, frammentazione e implosione non controllabili perché originate dalla ripulsa indiscriminata per chiunque consideriamo “altro da noi”.

Primi firmatari:

  • ·Enrico Alleva, Docente di Etologia, Istituto Superiore di Sanità, Roma
  • ·Guido Barbujani, Docente di Genetica di popolazioni, Università Ferrara
  • ·Marcello Buiatti, Docente di Genetica, Università di Firenze
  • ·Laura dalla Ragione, Psichiatra e psicoterapeuta, Perugia
  • ·Elena Gagliasso, Docente di Filosofia e Scienze del vivente, Università La Sapienza, Roma
  • ·Rita Levi Montalcini, Neurobiologa, Premio Nobel per la Medicina
  • ·Massimo Livi Bacci, Docente di demografia, Università di Firenze
  • ·Alberto Piazza, Docente di Genetica Umana, Università di Torino
  • · Agostino Pirella, Psichiatra, co-fondatore di Psichiatria democratica, Torino
  • ·Francesco Remotti, Docente di Antropologia culturale, Università di Torino
  • ·Filippo Tempia, Docente di Fisiologia, Università di Torino

sabato 15 novembre 2008

La strana coppia: broccoli e ceci

In questo silenzio e in questa calma vorticosa che ho dentro, riesco anche a cucinare.
Mi è impresa impossibile svolgere qualsivoglia relazione sociale, vestirmi per andare in città può diventare oggetto di crisi lamentose. Che bello, sembra di tornare all'adolescenza, trovo davvero poche differenze.Fra tutte un'accresciuta capacità (e desiderio) di creare cose buone, che vi sottopongo in attesa che il mio affetto anche fisico torni a manifestarsi nel mondo.

Broccoli coperti.
Passate in padella parecchi broccoli già lessati con abbondante pepe, peperoncino e aglio.
Nel frattempo passate con mixer a immersione o con il passaverdure (per chi, come me, non sia ancora beneficato dalla corrente elettrica) una buona quantità di ceci anche questi già lessati, possibilmente Ceci dell'Orto di Nene (anzi, del suo Babbo): senza questo ingrediente fondamentale e dalle particolarissime qualità organolettiche la ricetta perde gran parte della sua godibilità (e qui ho perso metà del mio pubblico).
Condite i ceci passati con sale qb, noce moscata e rosmarino (possibilmente, dice mio babbo, intero e legato, da rimuovere prima di servire altrimenti vi rimangono tutte quelle fogline fastidiose in bocca...): dovrebbe venirne una pasta piuttosto densa, semiliquida.
Riempite una teglia oliata coi broccoli, da cui avrete cura di rimuovere aglio e peperoncino io non l'ho fatto con effetti disastrosi) e copriteli con la pasta di ceci.
Spolverate di pangrattato e, per un surplus di libidine, parmigiano grattugiato. Lasciate grillare fino alla comparsa della simpatica crosticina e servite caldo.

Non sembra ma è godibile, proprio buonina! Nutrizionalmente sarebbe un piatto unico ma per i non-magri consiglio di accompagnare con un formaggio stagionato di sapore deciso.

Naturalmente, siete liberi di proporre miglioramenti.

lunedì 27 ottobre 2008

Puntata alternativa.

In tutto questo gran casino mi sono dimenticata una cosa fondamentale, una di quelle cose per cui normalmente si usano gli spazi internet.

Volevo ringraziare per l'incredibile ondata d'affetto che mi ha circondato in queste settimane, dalla fine di settembre a questi ultimi giorni.
Come sanno tutti quelli che conoscono il mio nome nel linguaggio dei segni è mio gusto particolare farmi compatire Vel coccolare nei momenti di bisogno (cioè quasi sempre) e in questo periodo la risposta del pubblico ha superato qualsiasi mia aspettativa, sia in piccolo che in grande; ovvero sia nelle piccole relazioni, le conoscenze e le amicizie sottili e passeggere che nelle relazioni importanti, quelle stabili e solide che mi hanno stupito con piccoli pensieri e una forza inaspettata. Ancora oggi mi è capitato di scoprire un piccolo pensiero lasciato dopo l'ultima cena (eravamo 13 a tavola, giusto?) di cui non mi ero accorta: crazie!

uhm... basta. e grazie ancora se dovesse servire.

sabato 25 ottobre 2008

La mia indifferenza e ripugnanza per la politica cresce mentre mi immergo nell'inutilità della critica letteraria (se mi sente la bene mi spara): ah ma quant'è bella la bellezza, ma quanto siamo bravi noi che la vediamo, ma quanti colori ci sono in una goccia d'acqua sulla fogliolina nell'occhiuzzo del cerbiattino che nel boschetto corre corre corre il cacciatore gli spara e muore. Questa una versione boschiva di quello che sto leggendo adesso.
Bene, mentre tutte queste simpatiche riflessioni si sviluppano il mondo continua a girare e la gelmini nella pausa fra parrucchiere e lifting incontra gli studenti inkazzati (sì, con la K, come sono ggiovane) fra cui il nostro (e vostro) rappresentate degli studenti al senato accademico. L'incontro finisce così:
VISTA L'INDISPONIBILITà DELLA MINISTRA A COLLABORARE AD UNA RIFORMA SERIA
NOI STUDENTI CONTINUIAMO CON LE MOBILITAZIONI!!!
la gelmini: l'importante che siano pacifiche.
Viste le premesse lasciate nel post precedente, direi di sì.
Quindi, miei piccoli rivoluzionari dai riccioli al vento vi lascio con un appuntamento: Lunedì sera ad Otto e mezzo su La7 ci sarà Maurizio (Falsone) nostro rappresentante al senato accademico... stiamo monopolizzando otto e mezzo! alla scorsa puntata c'era pasquali!

mercoledì 22 ottobre 2008

Quinta Puntata: l'oppressione

Tempo fa una persona che stimo diceva a un suo cugino che non era certo di saper restare immobile, restare in pace di fronte alla violenza contro le persone che ama (sua moglie, sua figlia, il suo clan familiare); si tratta ovviamente di una persona che crede nella pace e nella nonviolenza (altrimenti il problema non si porrebbe), un uomo che per quanto ne so crede nella non sopraffazione quotidiana e fra i popoli, che fonda queste convinzioni su vaste letture (soprattutto di saggi: e ora marta sa di chi parlo). Il cugino ovviamente sosteneva la tesi opposta e sono certo che fosse pienamente convinto di quello che diceva. Ora capita che l'uomo che sta al governo decide che contro uno dei suoi 4 figli possano essere mandati poliziotti armati: non il maggiore (che probabilmente sarà spinto a lavorare lontano dal crollo di alitalia), nè la terza e l'ultimo, che credo siano alle superiori, in un istituto privato. Difficilmente correrà rischi il secondo, giovane destrarolo estremo, per quanto (udite udite!) perfino loro riconoscono il diritto alla protesta.
Io invece come posso dormire tranquilla? Non per me non per noi, che viviamo in quest'isola felice di comunardi e rivoluzionari, nel cuore rosso del granducato (bah) ma per chi vive nelle città dai muri rossi, che nascondono cuori (e schede elettorali) nere o verdi. O celesti, peggio che andar di notte! Per loro mi preoccupo, per i loro occhi accesi e i cuori pulsanti, o per chi vive a un passo dal centro del governo e della merda che ci invade. Non conosco nessuno con la pelle abbastanza dura per queste cose e ho visto troppe facce raggianti troppe matricole tremanti ed esaltate alle assemblee oceaniche in piazza dei cavalieri per non temere.
Il pacifismo è un'ottima scelta: contro la polizia non si combatte, anche perchè si rischia di prenderle a 18 anni con le mani alzate e un musino da Garfield.
Ma con che coraggio scegliere di non reagire a chi minaccia quegli occhi quelle mani quei cuori?



domenica 19 ottobre 2008

Quarta Puntata: reliquie dell'io (ovvero: dal pubblico al privato in un colpo solo)

Tutto il resto lo potete leggere qua, ne sanno sicuramente più di me. Ah, oppure qua.

E' incredibile e inspiegabile quanto sia faticoso scavarsi uno spazio in posti già tuoi. Non so quanti di voi ne hanno fatto l'esperienza: parlatemi, raccontatemi in che modo e con quali criteri avete buttato via, avete relegato in quale soffitta o parte del mondo le parti di voi che portate con voi.
Come Valeria io non butto via quasi niente. Io conservo soprattutto biglietti del treno e del cinema, in modo particolarmente goloso biglietti di mostre e monumenti con su impressa la data, elegantemente. Raccontano le mie riflessioni senza che io debba marcarle con date, dimostrare quanto tenga alla biografia di me stessa. Che in fondo (ma neanche tanto in fondo) è una cosa sciocca, una cosa inutile e ricorsiva: sarebbe meglio viverla la vita, no? Però che emozione i miei primi occhiali (rotti), la camicia da garibaldina, le foto dell'ultimo fidanzato e i bigliettini del primo. Sono parte di me, sono me in qualche modo, come privarsene? E per questo spendo ore e fatica vuota a dirimere, confrontare e decidere, a scegliere e conservare religiosamente.
Immote Note Reliquie dell'Io.

Ah, dimenticavo: SONO LA PRIMA A WORD CHALLENGE!!! BUAHAHAHAHA

Terza Puntata: la prima assemblea di Ateneo

Per cui cfr qui e soprattutto qui: io sono sotto il palco, con la coda e la camicia bianca (viva gli inutili protagonismi).
Dopo questo oceanico assembramento si sono staccati due tronconi: uno è entrato e ha occupato il polo carmignani. L'altro è entrato nel rettorato sotto gli occhi inquieti delle due portinaie-segretarie e ha raggiunto, con gran furor di popolo, la sala stampa: il palazzo era invaso, è stato bellissimo, soprattutto per la quantità di studenti "normali" gente che non si interessa e non sa che vuole starne fuori salvo vedere qualche buon film.

Noterete il calo di impegno delle mie relazioni: di qui in poi è favola di molti, partecipazione di massa. Che bello.

Di qui in poi per me ci sono stati pacchi, confusione, traslochi, telefonate giustamente insistenti e il mio richiudermi lentamente nella meditazione sulla natura e sul futuro.

Seconda Puntata: un'Assemblea di Facoltà

La gente arriva alla spicciolata, silenziosa quasi. Per la quantità di persone che si è radunata fuori dall'aula c'è fin troppo silenzio e gemere di ghiaia.
Entro in aula, Giacomo mi ha tenuto il posto. Comincia a entrare gente, ci sediamo. Continua ad entrare gente: ragazzi e ragazze, a gruppetti sempre più fitti, ammucchiati sulla porta. Cominciano ad arrivare i professori: molti vengono dentro e se ne vanno subito: mancano i posti. Quelli che restano stanno in piedi. Non ho mai visto quest'aula così piena, neanche durante le lunghe lezioni di Orlando. Tensione perchè manca il nostro relatore, che deve aprire i lavori. Finalmente arriva e l'assemblea comincia, parlano a turno le parti lese poi il Preside di Facoltà, con la consueta facundia da guitto. Parlano altri, di ogni genere e tipo. Si decide una sospensione delle lezioni per la settimana a seguire, da lunedì (era mercoledì, se non sbaglio).
Appena i ricercatori coi professori se ne vanno (saranno le 5 a regola) cominciano interventi che chiedono l'occupazione: l'aula è quasi vuota rispetto all'inizio e dopo un po' di questa manfrina (2 o 3 interventi di esaltanti occupandi 1 perplesso e 1 contrario) le persone, i ragazzi normali se ne vanno a piccoli greggi, qualcuno scuotendo la testa, altri pensando alla birra di stasera e alle scarpe da comprare.
Restano quasi solo persone informate dei fatti: i diessini e quelli che hanno deciso che l'unica forma di lotta occupare, nella migliore tradizione. Dopo una mezzora di urla e insulti reciproci io me ne vado, è troppo, mentre in un'assemblea estemporanea si costituisce in Studenti di Lettere in Agitazione, a palazzo ricci, nel corso del pomeriggio.

domenica 12 ottobre 2008

Prima puntata

Io ero, quell'inverno, in preda ad astratti furori. Non dirò quali, non di questo mi son messo a raccontare. Ma bisogna dica ch'erano astratti, non eroici, non vivi; furori, in qualche modo, per il genere umano perduto. Da molto tempo questo, ed ero col capo chino. Vedevo manifesti di giornali squillanti e chinavo il capo; vedevo amici, per un'ora, due ore, e stavo con loro senza dire una parola, chinavo il capo; e avevo una ragazza o moglie che mi aspettava ma neanche con lei dicevo una parola, anche con lei chinavo il capo. Pioveva intanto e passavano i giorni, i mesi, e io avevo le scarpe rotte, l'acqua che mi entrava nelle scarpe, e non vi era più altro che questo: pioggia, massacri sui manifesti dei giornali, e acqua nelle mie scarpe rotte, muti amici, la vita in me come un sordo sogno, e non speranza, quiete.
Questo era il terribile: la quiete nella non speranza. Credere il genere umano perduto e non aver febbre di fare qualcosa in contrario, voglia di perdermi, ad esempio, con lui. Ero agitato da astratti furori, non nel sangue, ed ero quieto, non avevo voglia di nulla. Non mi importava che la mia ragazza mi aspettasse; raggiungerla o no, o sfogliare un dizionario era per me lo stesso; e uscire a vedere gli amici, gli altri, o restare in casa era per me lo stesso. Ero quieto; ero come se non avessi mai avuto un giorno di vita, né mai saputo cosa significa esser felici, come se non avessi nulla da dire, da affermare, negare, nulla di mio da mettere in gioco, e nulla da ascoltare, da dare e nessuna disposizione a ricevere, e come se mai in tutti i miei anni di esistenza avessi mangiato pane, bevuto vino, o bevuto caffé, mai stato a letto con una ragazza, mai avuto dei figli, mai preso a pugni qualcuno, o non credessi tutto questo possibile, come se mai avessi avuto un'infanzia in Sicilia tra i fichidindia e lo zolfo, nelle montagne; ma mi agitavo entro di me per astratti furori, e pensavo il genere umano perduto, chinavo il capo, e pioveva, non dicevo una parola agli amici, e l'acqua mi entrava nelle scarpe.


Elio Vittorini, Conversazione in Sicilia

lunedì 29 settembre 2008

La Comunità del Dente Dolente si allarga: Benvenuti!

Comunità del Dente Dolente
Diamo dunque il nostro dentoso benevenuto a due nuove iscritte e ricapitoliamo la situazione:

Presidente: Nenicchia
Segretario 1: Lauret
Buffone di Corte: Ade quando ha il mal di denti
Bombarola: Linda
Prevedibile nonché ansiolitica: la mia Mamma
Membro temporaneo: Steppia (a ogni cambiar di luna)
Mascotte 1: Fievel
Mascotte doppia: Malpelo ovvero Dentino


domenica 21 settembre 2008

Oggi doppio Post

A te pria
Terapia
ti parea
arte pia
ma arpia
pari a te
Terapia
rapì te!

in onore della Busti Bis© a breve fuori dal nido!
E per completare (ma in ritardo):

Pa via
p'Pavia
pav ia!

(Da leggersi in napoletano con accento toscano)

Comunità del Dente Dolente

Apro qui, ufficialmente (ma di fretta) la

Comunità del Dente Dolente


Presidente: Nenicchia
Segretario 1: Lauret
Buffone di Corte: Ade quando ha il mal di denti


olè olè olè


ps: mi sono resa conto che la foto è un po' truce: non preoccupatevi, Fievel si è rotto quel dente tutto da solo, combattendo coi suoi pari. Anche lui naturalmente è membro onorario della CDD, come Malpelo che per la privacy non si è voluto far pubblicare...

sabato 20 settembre 2008

quasi laurea, non quasi inutile

Già sono a casa, e preferirei di no,
già sto studiando per due esami (tot 20 crediti),
già è settembre, l'estate è sparita
e io sono già (ancora) pallida
già ho 24 anni e una quasi (inutile) laurea in lettere

MA ANCHE IL MAL DI DENTI NO, EH?
DA DENTE DEL GIUDIZIO POI!

domenica 14 settembre 2008

Meeting doors

A volte i percorsi delle nostre vite inspiegabilmente si intrecciano e ci fanno intravedere gli incredibili tracciati sottostanti, in un delirio di possibilità aperte e subito richiuse. Avete presente Edipo, no?
Bien, quindi puppatevi questo.

eheh.

lunedì 8 settembre 2008

E ora... qualcosa di completamente diverso

Dagli usurpatori ai regnanti a pieno titolo: fate spazio alla Giarotta!


Dog Save our Gracious Queen
Now and Forever

martedì 2 settembre 2008

La storia delle cose, appendice

La simpatica appendice che mi ha suggerito un video simile su youtube è che Berlusconi è figlio di questa economia consumistica: se sono vecchie le scarpe della scorsa stagione, figuriamoci le leggi! Meraviglioso.

Il mondo
è a una drammatica stretta
ho visto un panda
con la mia faccia sulla maglietta

(Stefano Benni)

domenica 31 agosto 2008

La storia delle cose

Mi scuso per un altro post ripetitore, ma ora come ora è già tanto trovare il tempo per questo. Servirà a qualcosa tutta questa fatica?
Intanto puppatevi la storia delle cose: è IMPORTANTE CHE LO GUARDIATE, SE NON L'AVETE ANCORA FATTO. Se l'avete già letto, come direbbe Manzoni, passate al prossimo post.



e ANCHE la seconda parte!!



uff non mi ero accorta che c'è anche la parte terza. Scusate, la pagina sarà pesantissima, ma è necessario. E poi se vi lasciavo solo i link a youtube chi c'andava?? :)



è tutto per oggi

martedì 26 agosto 2008

Sono prolifica nutrendomi degli altri

Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato

di Andrea Inglese, pubblicato su Nazione Indiana

Cara Reinserzione Culturale del Disoccupato

mi mancano le risorse

sembra poco un problema non decisivo
quello delle risorse una condizione momentanea
come un calo di energie e temporaneamente
non si riesce ancora a riposare basterebbe
trovare una stanza con un letto o anche
in luogo pubblico una poltrona o una sedia qualunque
abbastanza al riparo un angolo non troppo
frequentato le risorse non dico tante ma sento
che mancano

c’è di peggio c’è gente che sta male
che sta malissimo che brucia – dico – brucia viva
nelle guerre e non ne esce gente nata in guerra
o che si toglie la vita c’è gente gravissima che si butta con la testa
contro il muro o salta giù da un’automobile in corsa
anche in tempo di pace gente con grossi problemi
in democrazia può votare ma ha grandissimi problemi
tipo il padre o la madre o vuole fare a pezzi il cane
e non ha soldi c’è gente che non ha nessun soldo
ma è piena di debiti e anche di malattie e beve
beve fino a vomitare e non smette più di vomitare
pur essendo malata e non può stare da nessuna parte
ma soprattutto non può stare assieme agli altri
continuando così a bere e vomitare o prima l’uno poi l’altro

a me mancano solo le risorse

se avessi quelle risorse di cui ho bisogno

saprei come mettermi a posto

e lo farei rendendo me migliore e mettendo le idee che non mancano

in tutte le forme tangibili per mezzo delle risorse

guadagnando con le idee nelle forme visibili un sacco di soldi

fino a diventare generoso ma molto generoso

tipo offrendo pranzi o viaggi addirittura

a tutti gli amici anche a quelli che ho appena conosciuto

con quelle risorse io sarei a posto a me basterebbero

nient’altro tutto a posto e saprei addirittura rendere il mondo

migliore lo contagerei coll’entusiasmo i begli atti generosi

venerdì 15 agosto 2008

Pizza Steppia, ovvero: cucinare rilassa

Per Steppia persone.
Ingredienti: pasta di pizza lievitata (io non impasto, chiedete a marta), due pomodori pelati, mezza scamorza affumicata, pesto.
Easy: i pelati (sbucciati magari) a fette fanno la base, salati appena unti d'olio, sopra fette quasi trasparenti (ma abbondanti) di scamorza e goccioline di pesto: una pizza lievemente tricolore, poco porca e molto gustosa.

Din dan din dan tutti mangio mi ne men dan!
(Angelo si chiamava!, 1960 ca.)

martedì 12 agosto 2008

Barchette di peperoni della nonna Lilia

Per 4 persone.
Passate al forno 4 peperoni lavati finché la buccia non si brunisce, ma le carni sono ancora sode quindi metteteli in un sacchetto di carta da pane a intiepidire: sarà più facile sbucciarli.
Nel frattempo passate nel forno caldo della mollica di pane raffermo tagliata a cubetti, a sufficienza da riempirci i peperoni e poi saltateli in padella con un po' d'olio insieme a prezzemolo e (se piace) aglio tritati insieme fino a quando sono ben indorati. Passate in una padella 5 o 6 grossi pomodori (magari pelati) sbucciati e tritati con un ciuffo abbondante di basilico tagliuzzato. Condite il pane con i pomodori, salate e aggiungete capperi interi e pepe verde in abbondanza. Spellate i peperoni tagliati a metà cercando di romperli il meno possibile, togliete semi e coste bianche e salateli. Riempiteli del composto di pane e pomodori e oliate bene la superficie. Passate in forno per riscaldare e servite.

Ad essere filologici la nonna non ci metteva il pepe verde (ovviamente) e usava il pangrattato vorremmo lasciare almeno le cucine libere dal mefitico morbo della filologgia?

E per finire, 3 versi storici:
Evviva Lenin
Evviva Lenin
Evviva le nincioline!

(da Angelo si chiamava! ovvero: I più famosi detti della Tata Pina ediz. limitata c/o La Prospera)

mercoledì 30 luglio 2008

Cambiamenti


la notizia arriva rapida, una frase che mi costa fatica e suscita nell'uditore (eccetto quei Due o Tre che Tutto Sanno) uno stupore generico, dovuto piuttosto al tono funebre che l'accompagna che alla comunicazione in sè. Poi il soggetto che ha chiesto notizie e ascolta (finto?)interessato capisce pian piano le dimensioni della catastrofe, a volte (spesso) le intuisce solamente e comunque si dispiace. Arriva ovviamente la domanda "perchè" a cui non si può non rispondere con imbarazzo e autolesionismo:
HO PERSO LA BORSA DI STUDIO PERCHE MI SONO DISTRATTA. Perché stupidamente ho fatto le cose con calma e sicurezza in me stessa, presa da altre cose non mi sono accorta che mi mancassero dei crediti (tanti). Non era mai successo, l'idea non mi aveva neanche sfiorata e forse se anche me ne fossi accorta quando avrei dovuto (inizio luglio) non avrei potuto fare niente. Forse sì. Ma insomma ormai è andata.
Adesso sono in balia del fato, malinconica come sempre alla soglia d'agosto ma con una ragione in più; ogni anno per me finisce a luglio e ricomincia a settembre, agosto è una pausa confusa e persa, quasi inesistente - pausa che ora rischia di diventare perenne se, come sembra, dovrò tornare dai coi miei.
Anf, che fatica questa auto-terapia. Tornare a casa non è che una soluzione, quella più economica - non, come direbbe Giacomo, dal punto di vista psicologico. Insomma vedremo.
Tutto questo era per comunicare a chi non lo sapesse e soprattutto per chiedere venia alle persone che a causa della mia ansia sono state sono e verranno da me trattate male. Scusate. Ma sento davvero la vita che mi si sgretola sotto i piedi; spero, come dice Qualcuno, che sia solo un nuovo inizio di qualcosa di bello ma per adesso vivo nel terremoto.

brrrr

domenica 27 luglio 2008

Comic Sans salverà il mondo!

Capisco che a molti tutto questo non interessa e non so quanti lettori angloamericani possiedo (sì, siete MIEI) ma questo video è fantastico:

http://www.collegehumor.com/video:1823766


abbasttanza da convincermi a cambiare lo stile del blog per farvelo vedere in tutto il suo splendore!
(L'ho anche successivamente riportato a una forma più umana)

giovedì 17 luglio 2008

iCAT!

per tutti gli gli amanti dei catti che sono anche mac user (mi dispiace, steppia, questo è il giusto ordine degli addendi) SEGNALO:
  • ICAT:avete presente quanto dà fastidio un gatto quando vuole attenzione? Questo ne vuole in continuazione solo che è dentro il vostro computer e non si lascia neanche accarezzare..
  • USBCAT: (molto più fiko) vi manca il micio di casa? ogni volta che attaccherete/staccherete una periferica USB potrete sentire la sua volce celestiale! mmeraviglioso!
  • RED CATS: finalmente PER TUTTI aggiornati i temi MIGLIORI per la terza Volpe Rossa!! in entrambi i flavours! olè olè olè!!!
Naturalmente per tutti valgono i comandamenti di Ceiling Cat:

giovedì 10 luglio 2008

Tentativi

Se è vero che la probabilità che esca il 27 su una ruota da 90 numeri è 1/90, il numero di volte che il 27 compare sarà tendente al limite di 1/90,
allora è anche vero che se la probabilità che io sbattendo contro un muro mi smaterializzi e ricomponga dall'altra parte è 1/10000000000000000.
Quindi potrei cominciare a sbattere per avvicinarmi a quel limite irraggiungibile!
Che ne dite?

Quello che manca

Per pigrizia, e per fretta vi copincollo una lettera di Travaglio al direttore dell'Unità, datata oggi.
Non perché Marchino mi stia sempre simpatico e sia sempre nel giusto (neanche, del tutto, in questa lunga lettera) ma perché ci prende in una cosa che curiosamente tutti dimenticano, a cui pochi fanno attenzione: quello che manca.
Si critica la Guzzanti perché ha detto quello che ha fatto la carfagna, non si racconta LE ALTRE cose che ha detto. Si parla delle offese di Travaglio e Grillo ma non QUELLO che hanno detto oltre a questo. E in questo fanno coro TUTTE le fonti di informazioni, eccetto quelle che mostrano i fatti, eccetto i documenti. Molto divertente.
Due parole da una che a Roma non c'era (neanche il Nostro Romano, credo), da questa sonnacchiosa provincia d'italia che nel piccolo racchiude il grande, che respira appena ma vive e si rivolta nel letto, inquieta.

Caro direttore,
quando tutta la stampa (Unità compresa), tutte le tv e persino alcuni protagonisti dicono la stessa cosa, e cioè che l’altroieri in Piazza Navona due comici (Beppe Grillo e Sabina Guzzanti) e un giornalista (il sottoscritto) avrebbero “insultato” e addirittura “vilipeso” il capo dello Stato italiano e quello vaticano, la prima reazione è inevitabile: mi sono perso qualcosa? Mi sono distratto e non ho sentito alcune cose - le più gravi - dette da Beppe, da Sabina e da me stesso? Poi ho controllato direttamente sui video, tutti disponibili su you tube e sui siti di vari giornali, e sono spiacente di comunicarti che nulla di ciò che è stato scritto e detto da tv e giornali (Unità compresa) è realmente accaduto: nessuno ha insultato né vilipeso Giorgio Napolitano né Benedetto XVI. Nessuno ha “rovinato una bella piazza”. E’ stata, come tu hai potuto constatare de visu, una manifestazione di grande successo, sia per la folla, sia per la qualità degli interventi (escluso ovviamente il mio).

Per la prima volta si sono fuse in una cinque piazze che finora si erano soltanto sfiorate: quella di Di Pietro, quella di molti elettori del Pd, quella della sinistra cosiddetta radicale, quella dei girotondi e quella dei grillini, non sempre sovrapponibili. E un minimo di rigetto era da mettere in conto. Ma è stata una bella piazza plurale, sia sotto che sopra il palco: idee, linguaggi, culture, sensibilità, mestieri diversi, uniti da un solo obiettivo. Cacciare il Caimano. Le prese di distanza e i distinguo interni, per non parlare delle polemiche esterne, sono un prodotto autoreferenziale del Palazzo (chi fa politica deve tener conto degli alleati, delle opportunità, degli elettori, di cui per fortuna gli artisti e i giornalisti, essendo “impolitici”, possono tranquillamente infischiarsi). La gente invece ha applaudito Grillo e Sabina come Colombo (anche quando ha chiesto consensi per Napolitano), Di Pietro, Flores e gli altri oratori, ma anche i politici delle più varie provenienze venuti a manifestare silenziosamente. Applausi contraddittorii, visto che gli applauditi dicevano cose diverse? Non credo proprio. Era chiaro a tutti che il bersaglio era il regime berlusconiano con le sue leggi canaglia, compresi ovviamente quanti non gli si oppongono.

Come mai allora questa percezione non è emersa, nemmeno nei commenti delle persone più vicine, come per esempio te e Furio? Io temo che viviamo tutti nel Truman Show inaugurato 15 anni fa da Al Tappone, che ci ha imposto paletti (anche mentali) sempre più assurdi e ci ha costretti, senza nemmeno rendercene conto, a rinunciare ogni giorno a un pezzettino della nostra libertà. Per cui oggi troviamo eccessivo, o addirittura intollerabile, ciò che qualche anno fa era normale e lo è tuttora nel resto del mondo libero (dove tra l’altro, a parte lo Zimbabwe, non c’è nulla di simile al governo Al Tappone). In Italia l’elenco delle cose che non si possono dire si allunga di giorno in giorno. Negli Stati Uniti, qualche anno fa, uscì senz’alcuno scandalo un libro di Michael Moore dal titolo “Stupid White Man” (pubblicato in Italia da Mondadori…), tutto dedicato alle non eccelse qualità intellettive del presidente Bush. Da dieci anni l’ex presidente Clinton non riesce a uscire da quella che è stata chiamata la “sala orale”. In Francia, la tv pubblica ha trasmesso un programma satirico in cui un attore, parodiando il film “Pulp Fiction” in “Peuple fiction”, irrompe nello studio del presidente Chirac, lo processa sommariamente per le sue innumerevoli menzogne, e poi lo fredda col mitra. A nessuno è mai venuto in mente di parlare di “antibushismo”, di “anticlintonismo”, di “antichirachismo”, di “insulti alla Casa Bianca” o di “vilipendio all’Eliseo”. Tanto più alta è la poltrona su cui siede il politico, tanto più ampio è il diritto di critica e di satira e anche di attacco personale.

Quelli che son risuonati l’altroieri in piazza Navona non erano “insulti”. Erano critiche. Grillo, insolitamente moderato e perfino affettuoso, ha detto che “a Napolitano gli voglio bene, ma sonnecchia come Morfeo e firma tutto”, compreso il via libera al lodo Alfano che crea una “banda dei quattro” con licenza di delinquere. Ha sostenuto che Pertini, Scalfaro e Ciampi non l’avrebbero mai firmato (sui primi due ha ragione: non su Ciampi, che firmò il lodo Schifani). E ha ricordato che l’altro giorno, mentre Napoli boccheggia sotto la monnezza, il presidente era a Capri a festeggiare il compleanno con la signora Mastella, reduce dagli arresti domiciliari, e Bassolino, rinviato a giudizio per truffa alla regione che egli stesso presiede. Tutti dati di fatto che possono essere variamente commentati: non insulti o vilipendi.

Io, in tre parole tre, ho descritto la vergognosa legge Berlusconi che istituisce un’ ”aggravante razziale” e dunque incostituzionale, punendo - per lo stesso reato - gli immigrati irregolari più severamente degli italiani, e mi sono rammaricato del fatto che il Quirinale l’abbia firmata promulgando il decreto sicurezza. Nessun insulto: critica. Veltroni sostiene che io avrei “insultato” anche lui, e che “non è la prima volta”. Lo invito a rivedersi il mio intervento: nessun insulto, un paio di citazioni appena: per il resto la cronistoria puntuale dell’ennesima resurrezione di Al Tappone dalle sue ceneri grazie a chi - come dice Furio Colombo - “confonde il dialogo con i suoi monologhi”. Sono altri dati di fatto, che possono esser variamente valutati, ma non è né insulto né vilipendio. O forse il Colle ha respinto al mittente qualche legge incostituzionale, e non me ne sono accorto? Sono o non sono libero di pensare e di dire che preferivo Scalfaro e i suoi no al Cavaliere? Oppure la libertà di parola, conquistata al prezzo del sangue dai nostri padri, s’è ridotta a libertà di applauso? Forse qualcuno dimentica che quella c’è anche nelle dittature. E’ la libertà di critica che contraddistingue le democrazie. Se poi a esercitarla su temi quali la laicità, gli infortuni sul lavoro, l’ambiente, la malafinanza, la malapolitica, il precariato, la legalità, la libertà d’informazione sono più i comici che i politici, questa non è certo colpa dei comici.

Poi c’è Sabina. Che ha fatto, di tanto grave, Sabina? Ha usato fino in fondo il privilegio della satira, che le consente di chiamare le cose con il loro nome senza le tartuferie e le ipocrisie del politically correct, del politichese e del giornalese: ha tradotto in italiano, con le parole più appropriate, quel che emerge da decine di cronache di giornale sulle presunte telefonate di una signorina dedita ad antichissime attività con l’attuale premier, che poi l’ha promossa ministra. Enrico Fierro ha raccolto l’altro giorno, sull’Unità, i pissi-pissi-bao-bao con cui i giornali di ogni orientamento, da Repubblica al Corriere, dal Riformatorio financo al Giornale, han raccontato quelle presunte chiamate (con la “m”). Ci voleva un quotidiano argentino, il “Clarin”, per usare il termine che comunemente descrive queste cose in Italia: “pompini”, naturalmente di Stato.

Quello di Sabina è stato un capolavoro di invettiva satirica, urticante e spiazzante come dev’essere un’invettiva satirica, senza mediazioni artistiche né perifrasi. Gli ignorantelli di ritorno che gridano “vergogna” non possono sapere che già nell’antica Atene, Aristofane era solito far interrompere le sue commedie con una “paràbasi”, cioè con un’invettiva del corifeo che avanzava verso il pubblico e parlava a nome del commediografo, dicendo la sua sui problemi della città. Anche questa è satira (a meno che qualcuno non la confonda ancora con le barzellette). Si dirà: ma Sabina ha pure mandato il papa all’inferno. Posso garantire che, diversamente da me, lei all’inferno non crede. Quella era un’incursione artistica in un genere letterario inaugurato, se non ricordo male, da Dante Alighieri. Il quale spedì anticipatamente all’inferno il pontefice di allora, Bonifacio VIII, che non gli piaceva più o meno per le stesse ragioni per cui questo papa non piace a lei e a molti: le continue intromissioni del Vaticano nella politica. Anche Dante era girotondino?

Il fatto è che un vasto e variopinto fronte politico-giornalistico aveva preparato i commenti alla manifestazione ancor prima che iniziasse: demonizzatori, giustizialisti, estremisti, forcaioli, nemici delle istituzioni, e ovviamente alleati occulti del Cavaliere. Qualunque cosa fosse accaduta, avrebbero scritto quel che hanno scritto. Lo sapevamo, e abbiamo deciso di non cedere al ricatto, parlando liberamente a chi era venuto per ascoltarci, non per usarci come pedine dei soliti giochetti. Poi, per fortuna, a ristabilire la verità sono arrivati i commenti schiumanti di Al Tappone e di tutto il centrodestra: tutti inferociti perchè la manifestazione spazza via le tentazioni di un’opposizione più morbida o addirittura di un inciucio sul lodo Alfano (ancora martedì sera, a Primo Piano, due direttori della sinistra “che vince”, Polito e Sansonetti, proclamavano in stereo: “Chi se ne frega del lodo Alfano”). La prova migliore del fatto che la manifestazione contro il Caimano e le sue leggi-canaglia è perfettamente riuscita.

Marco Travaglio, 10 luglio 2008

sabato 5 luglio 2008

Gomorra

mi diceva mia sorella (vedi post precedente) che il film di Gomorra, pur essendo appena uscito, non viene venduto abusivamente sulle spiagge e per le strade. Ovviamente perchè, essendo questo tipo di commerci in mano alla camorra mafia 'ndrangheta, sarebbe controproducente diffonderlo. D'altra parte, al contrario, in rete via torrent si trovano facilissimamente sia il libro (come audiolibro o in formato doc e pdf) che il film.
Potete confermare?

giovedì 3 luglio 2008

to my darling

il buio e la notte che l'accompagna,
questo mi manca

il buio calmo e il fresco,
la placida presenza
la fresca attenzione della gente che passa
e non sa che sento
ciò che dice

il buio e i capelli color della notte frenetica: irene.

domenica 29 giugno 2008

a ghe piasa!

continuano le lezioni di spezzino con un post a 4 mani (e 43 anni):
quindi, un sondaggio:
è più facile calcolare
24+20-1
o
19*2+5
???

giovedì 19 giugno 2008

a te piasa!

il mio avatar fatto QUIPer la traduzione del titolo, qualora le vostre doti filologico-linguistiche non fossero sufficienti, chiedete a steppia!

Un ringraziamento speciale va a Lintamon, che ci ricorda costantemente come si può vivere pienamente e felici ignorando le pretese di femminismo e pluralismo sinistroide fine a se stesso. Grazie

mercoledì 18 giugno 2008

dove andremo a finire

se alla professoressa piace Ammanniti (con cua buona pace non so neanche con quante doppie si scrive, sono miswriting dovuti al dialetto)
se alla maturità a proposito di famiglia (A.S. 2002/2003) si parla dell'assassinio di erika e omar (spero che ve ne siate dimenticati tutti)
se il miglior fonico del mondo è degradato a "tecnico" (cercate sotto Steppia)...

dovre andremo a finire?
spero che far entrare il numero 7 nel mio karma (chiedete a nenicchia) possa invertire questa tornata negativa.



disclaimer: mentre scrivevamo questo post la pagina della Redazione di Radioeco è stata inspiegabilmente modificata, per cui al posto dell'infamante dicitura "fonico" fa bella mostra di sè un'altra, come ben vedrete... certo (re) se lo si fa per la gloria e non si ottiene neanche la gloria ...

martedì 17 giugno 2008

grazie Signore grazie

per una volta qualcuno lassù mi guarda. Grazie San Ranieri, grazie.
Grazie per aver disperso questi imbecilli ottusi santificatori dell'ultimora,
Grazie di essere intervenuto nel momento giusto, nel momento perfetto a bloccare questi insulsi coglioni che santificano il nostro (beneamato) paese suonando il clacson e facendo un casino della madonna perchè 11 illetterati dai polpacci grossi e le gambe storte hanno messo due palle in una rete. Ci avessero messo le loro! avremmo vinto il Darwin Award nazionale!
Cosa c'è da festeggiare? Cosa c'è? Abbiamo passato una delle partite eliminatorie del primo girone valido per vincere gli Europei. Gli europei signori, gli europei. Non nazionali, mondiali, salviamoibambinipoveri, uccidiamomenofochenelmondo no! gli Europei. Dovrebbero diventare la Uefa (o chi per lei) del nostro paese-continente-monstrum. E non li abbiamo neanche vinti, abbiamo passato un'eliminazione. Ma vi venisse la varicella a tutti! voi che state qua sotto l'acqua a gioire e quei deficenti che si credono hulk perchè vincono una partita di calcio. Meglio il potassio! al limite la vitamina c!
Cosa c'è da festeggiare? l'italia? quella che brucia le case delle persone (rom, volevo dire) o quella che accetta di avere l'esercito per le strade? quella che non vede gli stupri in famiglia e i mariti/mogli violenti o quella che sostiene che qualsiasi atomo di vita DEVE essere tenuto vivo a costo di sofferenze atroci?
Avete molto da festeggiare, festeggiate, IDIOTI!!!

domenica 15 giugno 2008

Le nostre ovaie: lezione seconda aperta a chi ne è privo

Ora immaginate un mondo popolato d'Amore e di Possibilità. Questo è il nostro mondo.
Noi tutti ci portiamo appresso, ancor più che i pezzettini dei Noi passati, ovvero delle infinite famiglie che ci hanno generati, la gran parte delle generazioni che ci seguiranno. Quando nasciamo, mentre ci formiamo, portiamo già dentro di noi tutte le ovette (ovvero tutti i bambini, possibili e impossibili) che porteremo a maturazione nella nostra vita - oppure, nel caso delle Killer Seriali da Pillola, che espelleremo senza maturare, uccidendo delle giovani vite innocenti, dei virgulti in fiore. è precoce pensare che queste ovette portino al loro interno più che il loro stesso essere (ovvero le generazioni a venire, come dicevo), come sarebbe precoce pensare che tutti i simpatici spermini che navigano nei mari gonadei dell'uomo contengano a loro volta generazioni a venire... ma pensate, fate uno sforzo d'immaginazione e pensate, a tutti questi bambini e bambine future che si incontrano, si riconoscono nelle nostre città piovresche, sugli autobus affollati, negli areoporti ovette e spermini che si salutano e prevedono le reciproce possibilità, mentre noi siamo preoccupati solo di coprirli, nasconderli, camuffarli (a volte pochissimo, vedi il caso dei Fegatelli). Non è meraviglioso? non vi prende la vertigine da generazione? Ultimamente mi scopro a guardarmi la mia pancia con incredibile stupore e meraviglia (come quando mi sono contata le dita dei piedi per la prima volta): quanto di me c'è in me, quanto di ultra-me già posseggo, in termini di retaggi passati e shock psicologico-culturali che lascerò ai miei non-figli (ovvero ai Vostri, possibili folli che me li affiderete)! E' bellissimo! Fa venir voglia di sfornare quanti più pasticcini-bambino possibile per valutare le differenze, come coi gatti. Solo che è molto più dispendioso generare e nutrire 12 figli, genitori compresi - e io non arriverò mai alla perfezione della Giarotta, madre esemplare e vittima per la Famiglia. Anche se discretamente Puttana (non mi ha fatto dormire).

baci allucinati a tutt*

(ah, che sfogo l'asterisco! ho deciso che lo uso, per la sua assurdità!)

giovedì 12 giugno 2008

Di primavere improvvise

ai sorrisi ritornati,
al sole che c'è sempre
al Poeta inaspettato

[...]

Tutto ora tace, o vedovo Clitunno,
Tutto: de' vaghi tuoi delubri un solo
T'avanza, e dentro pretestato nume
Tu non vi siedi.

Non più perfusi del tuo fiume sacro
Menano i tori, vittime orgogliose
Torfei romani a i templi aviti: Roma
Più non trionfa.

Più non trionfa, poi che un galileo
Di rosse chiome il Campidoglio ascese,
Gittole in braccio una sua croce e disse
- Portala, e servi. -

Fuggir le ninfea piangere ne' fiumi
Occulte e dentro i cortici materni,
Od ululando dileguaron come
Nuvole a i monti,

Quando una strana compagnia, tra i bianchi
Templi spogliati e i colonnati infranti,
Procedé lenta, in neri sacchi avvolta,
Litaniando.

E sovra i campi del lavoro umano
Sonanti e i clivi memori d'impero
Fece deserto, et il deserto disse
Regno di Dio.

Strappar le turbe a i santi aratri, a i vecchi
padri aspettanti, a le fiorenti mogli;
Ovunque il divo sol benedicea,
Maledicenti.

Maledicenti a l'opre de la vita
E de l'amore, ei deliraro atroci
Congiugnimenti di dolor con Dio
Su rupi e in grotte:

Discesero ebri di dissolvimento
A le cittadi, e in ridde paurose
Al crocefisso supplicarono, empi,
D'essere ebietti.

Salve, o serena de l'Ilisso in riva,
O intera e dritta a i lidi almi del Tebro
Anima umana; i foschi dì passaro,
Risorgi e regna.

[...]
Carducci, Odi Barbare

giovedì 5 giugno 2008

ebbene sì, anche gioppino è in cima ai nostri cuori!

può essere rilassante pulire il frigorifero? La risposta è sì. Soprattutto se sai che hai UN MONTE di altre cose da fare (principalmente: studiare) e non bruci di voglia all'idea. E poi mamma rete aiuta sempre, serve alle relazioni sociali: lo sapevate che per profumare il frigorifero basta metterci un bicchierino di bicarbonato? mica potevo resuscitare mia nonna per saperlo! poi non è che lei avesse gran familiarità con queste cose tecnologiche... e invece mamma rete...!

ok, era giusto per farvi sapere che non sono morta...

gioppino starwatching:

sabato 31 maggio 2008

odio

ah! la ricopiona!
odio! odio! odio!

ma anche a nenicchia vogliamo tanto bene

... mh. mi rendo conto che non tutti si esaltano con la prosa ottocentesca. Ma a me tutto ciò che non è Manzoni piace! e poi insomma, mica vorrete che scriva sempre io, no?!

Linda è insuperabile.

(il titolo è solo un acchiappamosche, non ce'entra niente col resto)
da un mieloso romanzo ottocentesco per signorine:

E Marta rivedeva, in una specie di visione magnetica, la bella campagna estiva, gli alberi
frondosi ramificanti sopra lo sfondo azzurro e un meschino insetto che tendeva i suoi fili d'argento.
Spezzato un filo gettava l'altro, e un altro ancora e ancora, sempre avanti, la tela prendeva
proporzioni gigantesche, i fili abbracciavano tutto il creato, salivano ad altezze vertiginose,
toccavano il cielo.
Era la vasta tela della vita umana, il lavoro ogni giorno rinnovato di chi soffre e combatte; il
lavoro temerario che poggia nel vuoto guardando arditamente la luce; lo sforzo immane di milioni
di esseri, intelligenze torturate, cuori spasimanti, schiavi in pena, tutti sorgenti dalle loro catene,
tutti lanciando il loro filo d'argento al misterioso Ignoto. E i fili si spezzano, e la tela si strappa e la
felicità dondola sempre sospesa all'impalpabile bava di un aracnide. Che importa?
Tutto muore, tutto nasce, tutto cambia, tutto si rinnova, le tombe scoperchiate servono di
culla, i cuori insanguinati e piangenti danno nuovo sangue e nuove lagrime alla vita.
Avanti, coraggio!

FINE.

venerdì 30 maggio 2008

Rettifica al Destinatario

Scusate, mi rendo conto che non sia facile essere i miei riceventi: l'incostanza, la crudezza e la rabbia, l'oscurità e la mollitudo penso pesino anche al più paziente (ovvero La Piaga);

Quindi io qui vi esimo, vi dispenso, vi esento. Vi faccio il certificato medico: sto quasi meglio se penso che non mi legge nessuno, sono quasi più libera.
Ovviamente non quando lancio appelli per la salvezza del mondo o vi richiamo su qualche dettaglio dell'orrore del presente ma insomma... non solo di questo si vive, purtroppo o per fortuna. Insomma, dal resto vi libero, come di un peso. Vi inciterei a bruciarlo e lanciarlo nel cielo per far volare più alti i pensieri, ma si tratta di parole digitali, liquide. E quindi fate così: non leggete, e nel tempo in cui avreste letto me guardate fuori dalla finestra gli invisibili pezzetti di schermo volare più alti dei piccioni, nel cielo.

vi bacio, o trentatre!


ps: mi sono resa conto di quanto sia difficile rendere in forma politically correct (amic*, compagn*, sfigat*) il termine lettore/lettrice: è un'azione fondamentalmente sessista! sono previste due Schiere di Lettori O Lettrici, opposte e contrapposte! Ma RIBELLIAMOCI dico io! insomma!! inventiamo una parola nuova (o suggeritemi qualcosa) da sostituire a questa terribile ingiustizia!!

Canto del Cavallino Zoppo

a volte sembra che tutto sia crollato, che niente serva a niente. A volte mi sembra di partire con un handicap troppo grosso e invincibile per raggiungere i miei sogni piccoli.
Sono momenti in cui il ghigno acido frustrato si trasforma in rabbia futile contro il mondo, contro la felicità, contro tutti quelli che credono in qualcosa, contro chi rappresenta la corrente contraria (a me).

Oggi è stata una giornata di grandi scoperte, un tuffo nel mio humus lontano ma soprattutto ho visto sorridere mia madre. Se può ancora davvero sorridere così, se mio padre può trovare forza di stare sveglio a risolvere integrali il mondo può cambiare, io posso cambiarlo e salvarli.

Domani studierò Dante sulla scrivania verde su cui depositavo forfora adolescente. Un nuovo inizio.

giovedì 29 maggio 2008

CAMPAGNA!

Vi segnalo l'iniziativa di un gruppo di giornalisti (!) contro la diffamazione e il razzismo operanti nel confronti del popolo rom da parte dei mezzi d'informazione (!!).

http://www.giornalismi.info/campagne/index.php?id=2&id_topic=10

per l'occasione ho anche preso in prestito un tono giornalistico. Lo volete? 0,50 euro l'ora.

sabato 24 maggio 2008

abbiamo i cerchi come gli alberi!

mi ha spiegato mia sorella che ogni volta che dentro di noi un uovo si crea e poi cade si forma una ferita che (mirabilia!) si autocicatrizza. Ogni volta quindi che un'ovulazione non va a buon fine (deo gratias) ci resta una piccola cicatrice: conti le cicatrici e conti i tuoi mesi di vita adulta! meraviglioso! io per esempio avendo prodotto uova dai 12 anni (come mia sorella, mia madre, sua sorella e sua madre), tolti quei due o tre anni di pillola, dovrei avere un centinaio di cerchi nella pancia! FANTASTICO!mi scuso con la qg4 per la sua assenza nella foto... rimedierò in seguito...

giovedì 22 maggio 2008

quando comincio a pubblicare non smetto più

Senti ma non è che ci stai cascando dentro? Non è che ti stai facendo delle illusioni, no? Perché mi fai gli occhi dolci e mi guardi come una principessa anche quando rutto e non vorrei…

(Michelle Pfeiffer in The fabulous Baker Boys)

mercoledì 21 maggio 2008

Lettera a uno scrittore con l'orologio d'oro

ho fatto un sogno oggi pomeriggio.
Stavo leggendo dei morti ammazzati di Napoli nel 200* ed evidentemente mi sono addormentata. faceva fresco in camera mia, il basilico brillava forte nel tardo pomeriggio e nel mio sogno si è fatto pianta, si è fatto pergola odorosa, si è fatto il legno chiaro delle nostre panchine. Eravamo lì, un po', non molti, un pubblico selezionato. ragazzine, un paralitico, uno scapigliato, un paio di signori interessati. Dall'altra parte del bancone, già rosso di sangue e bagnato, stava Hemingway con due angeli custodi, a destra e sinistra, due Cherubini strabici. Erano felici, Ernesto e i cherubini, chiacchieravano contenti del libro di poesie che ha scritto, da morto. Parla di carcerati, di malati, di roba. Parla come i giornalisti, ma separando con spazi ad effetto le parole. Parla di cose che non ha mai visto (essendo morto): la roba? chi la cerca più! I carcerati? descritti come cose chiuse nelle prigioni. L'ha mai visto lui un carcerato, davvero? c'ha mai parlato? io no, per questo non ne scrivo. Non parlo dei morti di aids se non so che cosa siano, se le mie fonti sono pulp fiction e al meglio un po' di almodòvar. Io sto zitta, sono sempre stata zitta sulle cose che non conoscevo, ma questo l'ho visto, lo conosco: c'era un prigioniero, nella sala a cielo aperto, entrato di soppiatto nel Tempio per rubare un po' di parole scritte (o per portarle a un amico di dentro) e nessuno, l'ha visto, nessuno c'ha parlato; s'è sentito chiamare per nome "prigioniero" ma poi ha visto che era di carta, s'è tranquillizzato e se n'è andato per la sua strada. E poi c'era uno, in un angolo, fra i libri in inglese e quelli di viaggi, proprio sotto la foto di Ernest con la moglie, con la siringa nel braccio e i segni dell'aids (che io non conosco) sulle braccia, nei vestiti, sulla faccia. Stava morendo, d'overdose o di schifo e io volevo alzarmi ma non potevo, stavano sempre parlando, l'angioletto rassicurava i baffetti che un critico non critica, asserisce, al limite corregge il tiro. E quello lì, moriva. e Loro parlavano, si davano pacche sulle spalle "che fatica pubblicare, produrre!". Ma poi fortunatamente ho mosso un sopracciglio e tutto s'è rivelato, ha cominciato a rimpicciolire e crescere, le bocche smisurate inutili, le mani vuote, bucate, l'orologio d'oro... diventava tutto più piccolo, inutile, riportato in poco tempo a ciò che è: una figurina di carta, un Ken e. tutti piccoli, sempre più piccoli... E mi sono svegliata. Accanto a me sempre il libro dei lunghi coltelli, di carta anche lui, ma vero.
Meno male che era solo un sogno.

domenica 18 maggio 2008

REBELDIA!

In risposta a chi da fuoco ai campi rom.
In risposta a chi è pronto a incolpare cinesi, ebrei e musulmani del suo dolore di vivere:
REBELDIA!

...soprattutto ora che c'è da difenderla!


Non pensavo, davvero non pensavo che le finte sinistre potessero arrivare a tanto.

lunedì 12 maggio 2008

Belle Speranze

Stancamente sto qui ad aspettare
un'altra estate di belle speranze
e di belle di bianco vestite davanti ai caffè

Niente storie importanti
poca voglia di andare lontano
aspettando una piccola mano che passi da qui

ma l'amore l'amore l'amore, l'amore dov'è
ma l'amore l'amore l'amore, l'amore cos'è

in questa vita che passa, come un'onda leggera sulle braccia

Aspettando la prossima luna
conto i passi di questo mio cuore
e reggo sguardi di poche parole e di poca poesia

e raccolgo pensieri pesanti
e non parlo per farli volare
guardo gli occhi degli altri guardare con curiosità

ma l'amore l'amore l'amore, l'amore dov'è

ma l'amore l'amore l'amore, l'amore cos'è
in questa vita che passa
e accarezza leggera le mie braccia

Santa fortuna che vegli sugli uomini senza virtù
bella signora che sfiori ed illudi e non torni mai più
apri le braccia stanotte non farmi aspettare non più
e fa che sia bellezza e amore e amore fai che sia
e lasciati toccare prima di andar via


Stancamente rimango a guardare
questa estate di belle speranze
e di belle di bianco vestite davanti ai caffè
davanti ai caffè


(di qui)

domenica 11 maggio 2008

di passaggio

sono troppo tumultuosamente rabbiosa per poter scrivere con lucidità altro che sfilze di parolacce (chi mi è accanto lo sa) quindi vi segnalo la mia creazione di oggi:
















preso da qui



e quest'ultimo ritrovato della tecnica:
http://www.youtube.com/watch?v=6q3oNRvRxFA&feature=related

martedì 6 maggio 2008

Annuncio ufficiale

Signore e signori comincia il periodo degli esami. Sono al terzo biscotto e al secondo cioccolatino dopo cena. Qualcuno salvi il mio fegato!

domenica 4 maggio 2008

ritorni

che shock tornare a casa dopo un pomeriggio così.
Ritrovare le cose note, le consuetudini squallide e non perfette, ritrovare le stesse presenze enigmatiche e ineluttabili lasciate all'uscita, con mille speranze in corpo. Improvvisamente l'essere piccolo o grande che eravamo ritorna normale, imperfetto, commisto a tutta questa normalità che ci circonda: libri, disordine, letti sciolti, pavimenti sbreccati.
Che ne è delle risate leggere e dei pensieri intensi, che ne è dei sottili ragionamenti e degli sguardi luminosi? Dispersi in ciottoli e bottiglie, vestiti e gatti di polvere.

Si sarà sentito così anche il ben più noto Ritornatore?

E poi se c'è solitudine è ricercata, selezionata nel tempo delle mie giornate, richiesta quasi - eccetto le zanzare per ora, ma fra poco elimino anche quelle.

venerdì 2 maggio 2008

perplessità

Ma che ne so? Del come sto, del come mi comporto, del come reagisco... son proprio strana!

So che in questo momento ho un rifiuto per la mediocrità e il lasciar fare, una rabbia irrisolta che sciolgo in parole e pensieri protestanti.

So che non riesco a studiare cose che amo troppo, che sento troppo mie. E questo significa una prossimissima figura di merda con chi di dovere.

So che è primavera, quasi estate ormai e ho fame di vita, di libri e di facce, ho fame di intensità e tutto mi pare irraggiungibile.

Però una cosa ce l'ho, ed è un sorriso luminoso, intenso, raro di questi tempi ma pieno di speranza. E sono chiacchiere vive, piene, potenti ma leggere; rare ma necessarie, come l'aria da respirare.

Ecco che c'è, forse boccheggio un po'

martedì 29 aprile 2008

Cruci 4: In lauream

piove, e io vi posto un cruciverba... così per passare il tempo. Dedicato a linda, che chissà quando lo leggerà!

ORIZZONTALI:
1. Uno dei possibili sud nel mondo
13. Invincibile se 4x4
17. Disponibilità nel dare
18. Un’ampolla da tavola
21. Israele online
22. Denominazione tessile della canapa
23. Aulicamente… andate
24. Disertori passati al nemico
25. Quella gialla e una varietà terrosa di limonite
27. La decima lettera dell’alfabeto arabo
28. Un nanosecondo
30. Iniziali di Nyman, musicista e compositore
31. Simbolo dell’iridio
32. Gambaletto di stoffa impermeabile
34. Una volta portava bottiglie di vetro porta a porta
36. Lavora metalli preziosi
38. Osservare con interesse
40. Grosso accumulo di neve non sciolta
42. Vocali in pasto
43. In modo solerte
47. Vi partono treni francesi
49. Fatto a pezzi, brandelli
52. Alla morte di Leandro si gettò in mare
54. Un signore inglese
55. Singolo dei Goo Goo Dolls
56. Ininterrotto
59. Un leone… in piccolo
60. Colleghi dei rapsodi
61. Città d’origine di un San Francesco
62.













VERTICALI:
1. il racconto delle vite dei santi
2. Collega di Baldassarre
3. In tipografia, la metà di un em
4. Portato
5. La traduzione inglese della Óglaigh na hÉireann
6. Il cobalto in chimica
7. Argento è un’attrice
8. Era un modo di chiamare la lira
9. I suoi simboli sacri sono la civetta e l’ulivo
10. La terza, la quarta e la sedicesima lettera dell’alfabeto arabo
11. Chi la frequenta non è per niente… comune
12. Popolo nomade di stirpe iranica e… cani
13. Si faceva quella dei manzi
14. Associazione per il Recupero Fauna
15. Non sta facendo un bel bagno
16. Lo sono in genere le foglie delle conifere
19. Simbolo del pollice
20. Scherzo, lancio
26. Il cantante è Michael Stipe
27. Concreto
29. Serrata, fasciata
33. Mezzo di trasporto tipico di Milano
34. Gli ultimi giorni c’è quella brevis
35. Sono… francesi
36. Fanno di un cardo un corvo
37. Associazione Italiana Arbitri
39. Vela di taglio di forma trapezoidale, resa famosa da uno spot
41. Un tipo nuovissimo di pc
44. Gonzales Blanco milita nel Real Madrid
45. Dolce fatto solo con latte, zucchero e panna
46. Nella versione più nota sono sette
48. Fino al cambio di governo erano quelli che combattevano i cattivi e salvavano gli indifesi
50. Associazione Italiana Editori
51. Aveva come simbolo la fiamma tricolore (sigla)
53. Colpevoli
57. Un formato di file video
58. Nei racconti del libro della jungla è la tartarughina

sabato 26 aprile 2008

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Non sono cattolica: credo che per quanto riguarda l'assicurazione sulla vita siano preferibili le soluzioni personalizzate

giovedì 24 aprile 2008

multum caelum...

come si combatte la bruttura? Come si combatte l'ignoranza? Come si combatte la violenza delle parole e dei pensieri se cadono nell'innocenza e nella fiducia? Come si risponde da giusti a una piccola violenza? Come si è sicuri di essere giusti? Subendo, patendo, in silenzio? Istituendo dei segni e simboli oltre i quali non si può passare? Combattendo a spada tratta e fronte altera ogni affronto, essendo sempre pronti alla lotta?
Lavo le mie ingiustizie insieme ai piatti, con acqua calda e salata, e cerco una direzione.

- Would you tell me, please, which way I ought to go from here?
- That depends a good deal on where you want to get to

mercoledì 23 aprile 2008

ONE LAPTOP PER HAMSTER!!

Giornata stancante e bella, faticosa, intensa.
Marta (urrà urrà) potrà fare l'ingegnere e per una volta io ero presente, sono stata parte dello schiudersi delle possibilità dell'esistenza dell'essere che più mi sta a cuore al mondo (gli Altri abbiano pazienza). L'ho vista sorridere e gioire, l'ho vista aprirsi come il cielo oggi intenso, luminoso, pieno di vita - era tanto che non la vedevo così.
Questo mi porterebbe a riflettere sull'ambizione, ma non è di questo che vorrei parlare. Sono stanca eppure la prima cosa che ho fatto è stato accendere il computer e pensarvi, scrivere. Mi è mancato internet per un po' e non ho aggiornato, poi è passata la fase da scrittu-racom-pulsi-vaperpa-ura-delf-uturo perchè ho nuovamente altro da fare, più importante. Ma continua a stranirmi il desiderio che ho di scrivere e di essere letta da voi che immagino essere lì, molto più insonni di me, nauti molto più di me.
chi sa.

martedì 15 aprile 2008

scappellata

in questa giornata di lutto e preoccupazione leggo più blog e interventi del solito.
Non quelli politici, che dicono solo baggianate, ma quelli delle persone con cui ho discusso nelle settimane scorse, le parole di quelli la cui opinione ho abbracciato o respinto; e mi rendo conto che le mie sono piccole banalità con qualche errore di punteggiatura, ma ora che ho in mano questo mezzo straordinario è bello sputarle fuori, lasciarle scritte e non voglio rinunciarci. Voi tanto, non lo leggete mica per forza!


ps: se avete letto solo per il titolo siete degli erotomani, e siamo in crisi!!

E' il male del nostro tempo, che i pazzi debbano guidare i ciechi...

Plutarco diceva che esistono tre tipi di governo: monarchia, aristocrazia e democrazia; ognuna di queste ha una degeneraziona naturale cioè tirannide, oligarchia e oclocrazia.
L'ultima vi manca, eh? è che siamo abituati a considerare la democrazia come il bene assoluto, ma in questi momenti penso sempre che il demo, il popolo, non è altro che oklos,
la massa cieca e indifferente, portata dal vento come dalle parole degli oratori.
Secondo Polibio la forma naturale di sbocco dell'oclocrazia è la monarchia.