venerdì 15 ottobre 2010

Sulla città perfetta

Per questi porti non saprei tracciare la rotta sulla carta nè fissare la data dell'approdo. Alle volte basta uno scorcio che s’apre nel bel mezzo d’un paesaggio incongruo, un affiorare di luci nella nebbia, il dialogo di due passanti che s'incontrano nel viavai, per pensare che partendo di li metterò assieme pezzo a pezzo la città perfetta, fatta di frammenti mescolati col resto, d'istanti separati da intervalli, di segnali che uno manda e non sa chi li raccoglie. 
Se ti dico che la città cui tende il mio viaggio è discontinua nello spazio e nel tempo, ora più rada ora più densa, tu non devi credere che si possa smettere di cercarla. Forse mentre noi parliamo sta affiorando sparsa entro i confini del tuo impero; puoi rintracciarla, ma a quel modo che t’ho detto. 
I. Calvino, Le città invisibili


Qualche riga vagamente citazionista ma fulminanti sulla mia Roma perfetta, come seguito a un filo di pensieri costante dallo scadere di questo primo mese di residenza.

sabato 2 ottobre 2010

Una cosa felice e una triste

Cioè una triste che sembra felice e una felice (forse) che sembra triste.
Cioè insomma due cose tristi.
Che però sono felici.
Perché sono belle.
Anche se sono terribili.
Ma forse allora non sono belle.
Sono confusa.
...

Comunque due storie che vale la pena di leggere:
Giacomo, fanciullo di domani
Giulia, donna di ieri