domenica 31 agosto 2008

La storia delle cose

Mi scuso per un altro post ripetitore, ma ora come ora è già tanto trovare il tempo per questo. Servirà a qualcosa tutta questa fatica?
Intanto puppatevi la storia delle cose: è IMPORTANTE CHE LO GUARDIATE, SE NON L'AVETE ANCORA FATTO. Se l'avete già letto, come direbbe Manzoni, passate al prossimo post.



e ANCHE la seconda parte!!



uff non mi ero accorta che c'è anche la parte terza. Scusate, la pagina sarà pesantissima, ma è necessario. E poi se vi lasciavo solo i link a youtube chi c'andava?? :)



è tutto per oggi

martedì 26 agosto 2008

Sono prolifica nutrendomi degli altri

Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato

di Andrea Inglese, pubblicato su Nazione Indiana

Cara Reinserzione Culturale del Disoccupato

mi mancano le risorse

sembra poco un problema non decisivo
quello delle risorse una condizione momentanea
come un calo di energie e temporaneamente
non si riesce ancora a riposare basterebbe
trovare una stanza con un letto o anche
in luogo pubblico una poltrona o una sedia qualunque
abbastanza al riparo un angolo non troppo
frequentato le risorse non dico tante ma sento
che mancano

c’è di peggio c’è gente che sta male
che sta malissimo che brucia – dico – brucia viva
nelle guerre e non ne esce gente nata in guerra
o che si toglie la vita c’è gente gravissima che si butta con la testa
contro il muro o salta giù da un’automobile in corsa
anche in tempo di pace gente con grossi problemi
in democrazia può votare ma ha grandissimi problemi
tipo il padre o la madre o vuole fare a pezzi il cane
e non ha soldi c’è gente che non ha nessun soldo
ma è piena di debiti e anche di malattie e beve
beve fino a vomitare e non smette più di vomitare
pur essendo malata e non può stare da nessuna parte
ma soprattutto non può stare assieme agli altri
continuando così a bere e vomitare o prima l’uno poi l’altro

a me mancano solo le risorse

se avessi quelle risorse di cui ho bisogno

saprei come mettermi a posto

e lo farei rendendo me migliore e mettendo le idee che non mancano

in tutte le forme tangibili per mezzo delle risorse

guadagnando con le idee nelle forme visibili un sacco di soldi

fino a diventare generoso ma molto generoso

tipo offrendo pranzi o viaggi addirittura

a tutti gli amici anche a quelli che ho appena conosciuto

con quelle risorse io sarei a posto a me basterebbero

nient’altro tutto a posto e saprei addirittura rendere il mondo

migliore lo contagerei coll’entusiasmo i begli atti generosi

venerdì 15 agosto 2008

Pizza Steppia, ovvero: cucinare rilassa

Per Steppia persone.
Ingredienti: pasta di pizza lievitata (io non impasto, chiedete a marta), due pomodori pelati, mezza scamorza affumicata, pesto.
Easy: i pelati (sbucciati magari) a fette fanno la base, salati appena unti d'olio, sopra fette quasi trasparenti (ma abbondanti) di scamorza e goccioline di pesto: una pizza lievemente tricolore, poco porca e molto gustosa.

Din dan din dan tutti mangio mi ne men dan!
(Angelo si chiamava!, 1960 ca.)

martedì 12 agosto 2008

Barchette di peperoni della nonna Lilia

Per 4 persone.
Passate al forno 4 peperoni lavati finché la buccia non si brunisce, ma le carni sono ancora sode quindi metteteli in un sacchetto di carta da pane a intiepidire: sarà più facile sbucciarli.
Nel frattempo passate nel forno caldo della mollica di pane raffermo tagliata a cubetti, a sufficienza da riempirci i peperoni e poi saltateli in padella con un po' d'olio insieme a prezzemolo e (se piace) aglio tritati insieme fino a quando sono ben indorati. Passate in una padella 5 o 6 grossi pomodori (magari pelati) sbucciati e tritati con un ciuffo abbondante di basilico tagliuzzato. Condite il pane con i pomodori, salate e aggiungete capperi interi e pepe verde in abbondanza. Spellate i peperoni tagliati a metà cercando di romperli il meno possibile, togliete semi e coste bianche e salateli. Riempiteli del composto di pane e pomodori e oliate bene la superficie. Passate in forno per riscaldare e servite.

Ad essere filologici la nonna non ci metteva il pepe verde (ovviamente) e usava il pangrattato vorremmo lasciare almeno le cucine libere dal mefitico morbo della filologgia?

E per finire, 3 versi storici:
Evviva Lenin
Evviva Lenin
Evviva le nincioline!

(da Angelo si chiamava! ovvero: I più famosi detti della Tata Pina ediz. limitata c/o La Prospera)