sabato 31 maggio 2008

odio

ah! la ricopiona!
odio! odio! odio!

ma anche a nenicchia vogliamo tanto bene

... mh. mi rendo conto che non tutti si esaltano con la prosa ottocentesca. Ma a me tutto ciò che non è Manzoni piace! e poi insomma, mica vorrete che scriva sempre io, no?!

Linda è insuperabile.

(il titolo è solo un acchiappamosche, non ce'entra niente col resto)
da un mieloso romanzo ottocentesco per signorine:

E Marta rivedeva, in una specie di visione magnetica, la bella campagna estiva, gli alberi
frondosi ramificanti sopra lo sfondo azzurro e un meschino insetto che tendeva i suoi fili d'argento.
Spezzato un filo gettava l'altro, e un altro ancora e ancora, sempre avanti, la tela prendeva
proporzioni gigantesche, i fili abbracciavano tutto il creato, salivano ad altezze vertiginose,
toccavano il cielo.
Era la vasta tela della vita umana, il lavoro ogni giorno rinnovato di chi soffre e combatte; il
lavoro temerario che poggia nel vuoto guardando arditamente la luce; lo sforzo immane di milioni
di esseri, intelligenze torturate, cuori spasimanti, schiavi in pena, tutti sorgenti dalle loro catene,
tutti lanciando il loro filo d'argento al misterioso Ignoto. E i fili si spezzano, e la tela si strappa e la
felicità dondola sempre sospesa all'impalpabile bava di un aracnide. Che importa?
Tutto muore, tutto nasce, tutto cambia, tutto si rinnova, le tombe scoperchiate servono di
culla, i cuori insanguinati e piangenti danno nuovo sangue e nuove lagrime alla vita.
Avanti, coraggio!

FINE.

venerdì 30 maggio 2008

Rettifica al Destinatario

Scusate, mi rendo conto che non sia facile essere i miei riceventi: l'incostanza, la crudezza e la rabbia, l'oscurità e la mollitudo penso pesino anche al più paziente (ovvero La Piaga);

Quindi io qui vi esimo, vi dispenso, vi esento. Vi faccio il certificato medico: sto quasi meglio se penso che non mi legge nessuno, sono quasi più libera.
Ovviamente non quando lancio appelli per la salvezza del mondo o vi richiamo su qualche dettaglio dell'orrore del presente ma insomma... non solo di questo si vive, purtroppo o per fortuna. Insomma, dal resto vi libero, come di un peso. Vi inciterei a bruciarlo e lanciarlo nel cielo per far volare più alti i pensieri, ma si tratta di parole digitali, liquide. E quindi fate così: non leggete, e nel tempo in cui avreste letto me guardate fuori dalla finestra gli invisibili pezzetti di schermo volare più alti dei piccioni, nel cielo.

vi bacio, o trentatre!


ps: mi sono resa conto di quanto sia difficile rendere in forma politically correct (amic*, compagn*, sfigat*) il termine lettore/lettrice: è un'azione fondamentalmente sessista! sono previste due Schiere di Lettori O Lettrici, opposte e contrapposte! Ma RIBELLIAMOCI dico io! insomma!! inventiamo una parola nuova (o suggeritemi qualcosa) da sostituire a questa terribile ingiustizia!!

Canto del Cavallino Zoppo

a volte sembra che tutto sia crollato, che niente serva a niente. A volte mi sembra di partire con un handicap troppo grosso e invincibile per raggiungere i miei sogni piccoli.
Sono momenti in cui il ghigno acido frustrato si trasforma in rabbia futile contro il mondo, contro la felicità, contro tutti quelli che credono in qualcosa, contro chi rappresenta la corrente contraria (a me).

Oggi è stata una giornata di grandi scoperte, un tuffo nel mio humus lontano ma soprattutto ho visto sorridere mia madre. Se può ancora davvero sorridere così, se mio padre può trovare forza di stare sveglio a risolvere integrali il mondo può cambiare, io posso cambiarlo e salvarli.

Domani studierò Dante sulla scrivania verde su cui depositavo forfora adolescente. Un nuovo inizio.

giovedì 29 maggio 2008

CAMPAGNA!

Vi segnalo l'iniziativa di un gruppo di giornalisti (!) contro la diffamazione e il razzismo operanti nel confronti del popolo rom da parte dei mezzi d'informazione (!!).

http://www.giornalismi.info/campagne/index.php?id=2&id_topic=10

per l'occasione ho anche preso in prestito un tono giornalistico. Lo volete? 0,50 euro l'ora.

sabato 24 maggio 2008

abbiamo i cerchi come gli alberi!

mi ha spiegato mia sorella che ogni volta che dentro di noi un uovo si crea e poi cade si forma una ferita che (mirabilia!) si autocicatrizza. Ogni volta quindi che un'ovulazione non va a buon fine (deo gratias) ci resta una piccola cicatrice: conti le cicatrici e conti i tuoi mesi di vita adulta! meraviglioso! io per esempio avendo prodotto uova dai 12 anni (come mia sorella, mia madre, sua sorella e sua madre), tolti quei due o tre anni di pillola, dovrei avere un centinaio di cerchi nella pancia! FANTASTICO!mi scuso con la qg4 per la sua assenza nella foto... rimedierò in seguito...

giovedì 22 maggio 2008

quando comincio a pubblicare non smetto più

Senti ma non è che ci stai cascando dentro? Non è che ti stai facendo delle illusioni, no? Perché mi fai gli occhi dolci e mi guardi come una principessa anche quando rutto e non vorrei…

(Michelle Pfeiffer in The fabulous Baker Boys)

mercoledì 21 maggio 2008

Lettera a uno scrittore con l'orologio d'oro

ho fatto un sogno oggi pomeriggio.
Stavo leggendo dei morti ammazzati di Napoli nel 200* ed evidentemente mi sono addormentata. faceva fresco in camera mia, il basilico brillava forte nel tardo pomeriggio e nel mio sogno si è fatto pianta, si è fatto pergola odorosa, si è fatto il legno chiaro delle nostre panchine. Eravamo lì, un po', non molti, un pubblico selezionato. ragazzine, un paralitico, uno scapigliato, un paio di signori interessati. Dall'altra parte del bancone, già rosso di sangue e bagnato, stava Hemingway con due angeli custodi, a destra e sinistra, due Cherubini strabici. Erano felici, Ernesto e i cherubini, chiacchieravano contenti del libro di poesie che ha scritto, da morto. Parla di carcerati, di malati, di roba. Parla come i giornalisti, ma separando con spazi ad effetto le parole. Parla di cose che non ha mai visto (essendo morto): la roba? chi la cerca più! I carcerati? descritti come cose chiuse nelle prigioni. L'ha mai visto lui un carcerato, davvero? c'ha mai parlato? io no, per questo non ne scrivo. Non parlo dei morti di aids se non so che cosa siano, se le mie fonti sono pulp fiction e al meglio un po' di almodòvar. Io sto zitta, sono sempre stata zitta sulle cose che non conoscevo, ma questo l'ho visto, lo conosco: c'era un prigioniero, nella sala a cielo aperto, entrato di soppiatto nel Tempio per rubare un po' di parole scritte (o per portarle a un amico di dentro) e nessuno, l'ha visto, nessuno c'ha parlato; s'è sentito chiamare per nome "prigioniero" ma poi ha visto che era di carta, s'è tranquillizzato e se n'è andato per la sua strada. E poi c'era uno, in un angolo, fra i libri in inglese e quelli di viaggi, proprio sotto la foto di Ernest con la moglie, con la siringa nel braccio e i segni dell'aids (che io non conosco) sulle braccia, nei vestiti, sulla faccia. Stava morendo, d'overdose o di schifo e io volevo alzarmi ma non potevo, stavano sempre parlando, l'angioletto rassicurava i baffetti che un critico non critica, asserisce, al limite corregge il tiro. E quello lì, moriva. e Loro parlavano, si davano pacche sulle spalle "che fatica pubblicare, produrre!". Ma poi fortunatamente ho mosso un sopracciglio e tutto s'è rivelato, ha cominciato a rimpicciolire e crescere, le bocche smisurate inutili, le mani vuote, bucate, l'orologio d'oro... diventava tutto più piccolo, inutile, riportato in poco tempo a ciò che è: una figurina di carta, un Ken e. tutti piccoli, sempre più piccoli... E mi sono svegliata. Accanto a me sempre il libro dei lunghi coltelli, di carta anche lui, ma vero.
Meno male che era solo un sogno.

domenica 18 maggio 2008

REBELDIA!

In risposta a chi da fuoco ai campi rom.
In risposta a chi è pronto a incolpare cinesi, ebrei e musulmani del suo dolore di vivere:
REBELDIA!

...soprattutto ora che c'è da difenderla!


Non pensavo, davvero non pensavo che le finte sinistre potessero arrivare a tanto.

lunedì 12 maggio 2008

Belle Speranze

Stancamente sto qui ad aspettare
un'altra estate di belle speranze
e di belle di bianco vestite davanti ai caffè

Niente storie importanti
poca voglia di andare lontano
aspettando una piccola mano che passi da qui

ma l'amore l'amore l'amore, l'amore dov'è
ma l'amore l'amore l'amore, l'amore cos'è

in questa vita che passa, come un'onda leggera sulle braccia

Aspettando la prossima luna
conto i passi di questo mio cuore
e reggo sguardi di poche parole e di poca poesia

e raccolgo pensieri pesanti
e non parlo per farli volare
guardo gli occhi degli altri guardare con curiosità

ma l'amore l'amore l'amore, l'amore dov'è

ma l'amore l'amore l'amore, l'amore cos'è
in questa vita che passa
e accarezza leggera le mie braccia

Santa fortuna che vegli sugli uomini senza virtù
bella signora che sfiori ed illudi e non torni mai più
apri le braccia stanotte non farmi aspettare non più
e fa che sia bellezza e amore e amore fai che sia
e lasciati toccare prima di andar via


Stancamente rimango a guardare
questa estate di belle speranze
e di belle di bianco vestite davanti ai caffè
davanti ai caffè


(di qui)

domenica 11 maggio 2008

di passaggio

sono troppo tumultuosamente rabbiosa per poter scrivere con lucidità altro che sfilze di parolacce (chi mi è accanto lo sa) quindi vi segnalo la mia creazione di oggi:
















preso da qui



e quest'ultimo ritrovato della tecnica:
http://www.youtube.com/watch?v=6q3oNRvRxFA&feature=related

martedì 6 maggio 2008

Annuncio ufficiale

Signore e signori comincia il periodo degli esami. Sono al terzo biscotto e al secondo cioccolatino dopo cena. Qualcuno salvi il mio fegato!

domenica 4 maggio 2008

ritorni

che shock tornare a casa dopo un pomeriggio così.
Ritrovare le cose note, le consuetudini squallide e non perfette, ritrovare le stesse presenze enigmatiche e ineluttabili lasciate all'uscita, con mille speranze in corpo. Improvvisamente l'essere piccolo o grande che eravamo ritorna normale, imperfetto, commisto a tutta questa normalità che ci circonda: libri, disordine, letti sciolti, pavimenti sbreccati.
Che ne è delle risate leggere e dei pensieri intensi, che ne è dei sottili ragionamenti e degli sguardi luminosi? Dispersi in ciottoli e bottiglie, vestiti e gatti di polvere.

Si sarà sentito così anche il ben più noto Ritornatore?

E poi se c'è solitudine è ricercata, selezionata nel tempo delle mie giornate, richiesta quasi - eccetto le zanzare per ora, ma fra poco elimino anche quelle.

venerdì 2 maggio 2008

perplessità

Ma che ne so? Del come sto, del come mi comporto, del come reagisco... son proprio strana!

So che in questo momento ho un rifiuto per la mediocrità e il lasciar fare, una rabbia irrisolta che sciolgo in parole e pensieri protestanti.

So che non riesco a studiare cose che amo troppo, che sento troppo mie. E questo significa una prossimissima figura di merda con chi di dovere.

So che è primavera, quasi estate ormai e ho fame di vita, di libri e di facce, ho fame di intensità e tutto mi pare irraggiungibile.

Però una cosa ce l'ho, ed è un sorriso luminoso, intenso, raro di questi tempi ma pieno di speranza. E sono chiacchiere vive, piene, potenti ma leggere; rare ma necessarie, come l'aria da respirare.

Ecco che c'è, forse boccheggio un po'