venerdì 6 agosto 2010

due segnalazioni di Saviano

un articolo del Nostro su Nazione Indiana (no, non sto leggendo solo lì in questi giorni). Uscita il 24 maggio l'ho trovata solo ora.
La lingua mi sembra un po' affaticata e l'argomento in sé è diventato meno scottante, rimosso dalle prime pagine (mute) dei giornali dopo una ristrutturazione. Speriamo che davvero, come ha detto Berlusconi, ne sia cambiato radicalmente il senso.

E poi vi segnalo anche questo articolo, stessa fonte, ma molto più vecchio. Novembre 2004 c'è scritto. E si sente la forza violenta, le parole vomitate, anzi sparate con precisione. Perfino un banale "Pecunia non olet" ha un senso, sta nel mezzo e spara la sua verità.
È la storia di Gelsomina, stuprata torturata e uccisa perché per un certo periodo aveva frequentato la persona sbagliata. È la storia di tutte le donne non rispettate, nelle parole di Saviano, è la storia di una terra offesa in cui si impara a sparare prima che a guidare. E la nostra impotenza (noi, laureati, noi polentoni, noi cervelli accesi) è quasi totale.

giovedì 5 agosto 2010

Ancora su Blu

Su Nazione Indiana ho trovato altri due video del nostro street artist preferito (l'unico per ora).

Questo più geometrico, più concettuale forse.
Questo invece più biologico, ma ancora lontano dalla fascinazione di Big Bang Boom.
Mi piace veder i colori reagire in questi spazi urbani, mi sembra che li riempia di nuovo dell'amore per le cose che di solito si tramuta in cura. Una cura ben strana, direbbero alcuni - ma è pur vero che le tracce di questi filmati restano, misteriose, sui muri e sui tubi, nei cortili e sulle facciate a testimoniare un passaggio, una scia d'amore.
La permanenza del digitale è fondamentale, visto che spariscono i disegni, scavalcati da altre linee e altre geometrie - non senza angoscia da parte mia: come coi caleidoscopi, ho sempre paura che l'immagine che amo e che perdo ora non riuscirò a ritrovarla domani. Non che non riuscirò a trovarne una uguale, ma è proprio quella, la stessa che mi mancherà.

Comunque ho saputo anche che recentemente Blu ha completato un lavoro a Varsavia, appena prima dei festeggiamenti per la liberazione della capitale dal nazismo. Un po' didattico forse, ma l'effetto finale è comunque grandioso, un urlo.

mercoledì 4 agosto 2010

frammenti Sulla situazione dell'Università italiana, finalmente

Oggi vi propongo un articolo interessante di Giancarlo Alfano (su Nazione Indiana), la cui scrittura apparentemente limpida ho conosciuto e amato lavorando per la tesi.
Parla lucidamente della situazione dell'università italiana, molto più di quanto crede (forse) quando dice che

“L’Università non è un luogo di trasformazione; è, al contrario, un luogo di conservazione: si trasmette un sapere stabilizzato. [...] L’Università, è bene ricordarcelo, produce discorsi interni al sistema di potere nel quale essa esiste.”

Ma contemporaneamente l'Università nel suo discorso è luogo di critica, di ragionamento e di democrazia, nell'elaborazione di canoni e nella scelta di linee interpretative che poi si ripercuotono su intere generazioni.
Io non credo che sia una "democrazia illusoria", simile a quella politica, anzi mi piace pensare che l'illusione sia proprio che scegliere di insegnare un autore o un altro, una corrente o un'altra non abbiano effetti sulla società e sulla produzione culturale del nostro paese. 
Lui stesso fa una serie di esempi interessanti sui collegamenti fra momenti di interesse particolare per autori o scuole letterarie e come si sono espressi poi negli autori di quel periodo. 
Il suo discorso quindi mi sembra sottilmente contraddittorio, o per lo meno mi piacerebbe che fra conservazione ed innovazione l'università tendesse molto più all'innovazione anche in ambito letterario, come ci si aspetta da qualsiasi facoltà scientifica (comprese le Social Sciences).


Questo discorso resta un po' frammentario, una scheggia di riflessione supportata dal commento di Stefano Jossa (l'ultimo, finora) ma mi sembrava interessante, in questo momento in cui pochissime delle persone che conosco sono riuscite (per forza o per amore) a restare in ambito universitario e si stanno disperdendo per il mondo come scintille nel buio. Cerco di seguirne la scia, mentre anch'io mi allontano.

Photo by Tanja

martedì 3 agosto 2010

Due sguardi sull'Italia, anzi su Roma

Da qualche tempo ormai scorro gli articoli di Italia dall'estero, un raccoglitore di articoli che interessano il nostro paese usciti su quotidiani stranieri; niente di eccitante, di solito, come sempre uno stato visto da un altro paese viene raccontato in modo semplice, semplificato.

Oggi però ho trovato due cose interessanti, per una volta due articoli che illuminano certi modi di fare del nostro paese.

Il primo è inglese, e con acume e lucidità inchioda certi modi di fare del nostro giornalismo nei confronti della Chiesa (quella con la C maiuscola). (qui l'originale)

Il secondo invece è spagnolo, un po' meno interessante, ma dice cose illuminanti sulla nostra (fra poco Mia) capitale. (qui l'originale).

Li posto, oltre che linkarli, per poter sottolineare qualche passaggio. Buona lettura :)