martedì 11 maggio 2010

Libri: “Ricette immorali” di Manuel Vázquez Montalbán

(inizialmente pubblicato su idranet)

Cosa fanno insieme uno dei più contestati autori “alti” della letteratura italiana e il popolarissimo autore dei romanzi sull’inquisitore Eymerich? Un libretto, smilzo ma prezioso, su un tema piuttosto fuori moda.

Sono passati quasi due secoli da quel periodo complesso e turbolento che vide l’Italia formarsi, prima come obiettivo politico realizzabile, poi come precaria conquista militare: il Risorgimento. Un momento di lotte violente e sanguinose di cui nella coscienza comune restano soltanto le fredde statue equestri e qualche targa agli angoli delle strade.

Eppure, questo il punto da cui partono i due scrittori, il risorgimento, privato della maiuscola e della patina celebrativa, potrebbe essere un materiale incredibile per una narrazione avventurosa, sanguinosa, moderna. Un soggetto potenzialmente esplosivo per il cinema, perfino per lo splatter o il cinema di guerra, che potrebbero nutrirsi degli eccidi, delle violenze che si videro in quei giorni e che oggi resistono in poche testimonianze dell’epoca, difficili da trovare, o dietro alle perifrasi dei libri di storia.

Moresco ed Evangelisti, quindi, accoppiano questi due racconti, ispirati a due diversi momenti del processo risorgimentale, e che riflettono incredibilmente bene le anime dei due scrittori.

Evangelisti apre con le ultime ore della Repubblica Romana del 1949: un giovane soldato decide di non seguire il gruppo dei mazziniani e le variegate truppe che, dopo aver difeso strenuamente la città, cedono il passo ai francesi e si allontanano di notte, in cerca di miglior fortuna. È una carrellata di immagini crudeli, di ritratti delle diverse anime che componevano la grande città e il movimento rivoluzionario.

Il racconto di Moresco, invece, aspira a raccogliere in una catena analogica eventi, concetti e immagini accomunati dalla medesima spinta rivoluzionaria, dalla forza violenta e rigenerante che la caratterizza. Raccoglie insieme il Nabucco in una rappresentazione contemporanea ma scimmiesca, Leopardi e la Batracomiomachia, Pisacane e la sua impresa fallimentare, un set porno, l’infuriare della battaglia durante le Cinque giornate di Milano, l’amore fra due giovani e un misterioso quanto terrificante bombardamento iper-tecnologico.

Più che un racconto è una sceneggiatura, dettagliata negli improvvisi cambi di scena e nell’impetuoso susseguirsi di musiche e silenzi. Le immagini ci scorrono di fronte, terribili o delicate, in un crescendo che culmina nel finale e che è impossibile interrompere.

I due testi si parlano si fronteggiano e si accompagnano quasi armoniosamente, illuminano sprazzi di storia patria davvero vitale e vissuta, finalmente viva e rigenerante.

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Controinsurrezioni

Antonio Moresco e Valerio Evangelisti

Mondadori, 2008

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“Solo gli scrittori potrebbero rianimare il Risorgimento, e farlo uscire dal sacello, simile alla ghiacciaia di un frigorifero, in cui è rinchiuso. Conservato bene, però freddo freddo.”

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