giovedì 29 luglio 2010

Lettera sul cammino di Santiago

In questi giorni in cui tanta gente è in giro col foulard al collo è bello leggere storie di cammino. Soprattutto da parte di gente che il fazzolettone non lo porta.
È bello anche leggere racconti scout, ma è sempre difficile per chi scrive tenere separate le tradizioni di un gruppo, di un reparto da quelle che sono effettivamente abitudini comuni, dilagate nella comunità (non è interessante pensare agli scout come una comunità?).

Per questo vi linko una lettera scritta dopo il cammino di Santiago da una persona che se è stata scout non lo dichiara, ma che sa trasmettere un certo senso del camminare, del perdersi per ritrovarsi.

Il senso della difficoltà che si può fare quotidiana e rendere piena l'esistenza. Sapere che puoi camminare sotto la pioggia, resistere agli elementi e ritrovarti poi, asciutto, e molto più te stesso.


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