giovedì 15 luglio 2010

All'amata me stessa

Владимир Владимирович Маяковский, All'amato me stesso

Quattro. Pesanti come un colpo.
"A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio".
Ma uno come me dove potrà ficcarsi?

Dove mi si è apprestata una tana?
S'io fossi piccolo come il grande oceano,
mi leverei sulla punta dei piedi delle onde con l'alta marea,
accarezzando la luna.

Dove trovare un'amata uguale a me?
Angusto sarebbe il cielo per contenerla!

O s'io fossi povero come un miliardario.. Che cos'è il denaro per l'anima?
Un ladro insaziabile s'annida in essa:
all'orda sfrenata di tutti i miei desideri
non basta l'oro di tutte le Californie!

S'io fossi balbuziente come Dante o Petrarca...
Accendere l'anima per una sola, ordinarle coi versi...
Struggersi in cenere.
E le parole e il mio amore sarebbero un arco di trionfo:
pomposamente senza lasciar traccia vi passerebbero sotto
le amanti di tutti i secoli.

O s'io fossi silenzioso, umil tuono... Gemerei stringendo
con un brivido l'intrepido eremo della terra...
Seguiterò a squarciagola con la mia voce immensa.

Le comete torceranno le braccia fiammeggianti,
gettandosi a capofitto dalla malinconia.

Coi raggi degli occhi rosicchierei le notti
s'io fossi appannato come il sole...

Che bisogno ho io d'abbeverare col mio splendore
il grembo dimagrato della terra?

Passerò trascinando il mio enorme amore
in quale notte delirante e malaticcia?

Da quali Golia fui concepito
così grande,
e così inutile?

Teatro degli Orrori, Majakovskij

le quattro


pesanti come un colpo


a Cesare ciò ch'è di Cesare

e 
a Dio, ciò ch'è di Dio 


se io fossi piccolo


come il grande oceano


camminerei sulla punta dei piedi delle onde 
nell'alta marea 
sino a sfiorar la luna
 dove trovare un'amata 
uguale a me


angusto sarebbe il cielo 
per potermi contenere


se io fossi povero


come un miliardario 


che cos'è il denaro per l'anima 
è un ladro insaziabile 
si annida in essa
all'orda di tutti i miei più sfrenati desideri 
non basterebbe l'oro 
di tutte le Californie x2


se io potessi balbettare


come Dante, o Petrarca 
accendere l'anima per una sola 
ordinarle coi versi di bruciare
 le parole del mio amore sarebbero 
un arco di trionfo e 
pompose ed inutili 
vi passerebbero le amanti
 di tutti i secoli 
dei secoli e così sia

se io fossi silenzioso


come il tuono


gemerei, abbracciando in un tremito
il decrepito eremo terrestre 
urlerò con la mia voce immensa 
le comete torceranno le ali fiammeggianti
 e giù si getteranno, a capofitto 
per la malinconia


coi raggi degli occhi rosicchierei le notti


se io fossi buio


come il sole


ma perché ma perché mai dovrei io
 abbeverare 
con il mio splendore 
il ventre dimagrato 
della terra


morirò


e porterò via con me 
il mio amore immenso 
in quali notti
 quali malattie 
da quali Golia fui generato
 così grande 
così inutile



Smodato amor proprio? Eppure così (finalmente) mi sento, in questo momento della vita. E, come disse l'innamorata di "Ufficiale e gentiluomo"

«Se davvero vuoi diventare un ufficiale devi credere che lo diventerai, devi crederci davvero»

E io lo credo.

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